Si adagia a 300 metri d’altezza sul versante occidentale del monte Arci, il più grande giacimento sardo di ossidiana, che lo incornicia coi suoi boschi e interrompe bruscamente una scenografia fatta di morbidi rilievi collinari, fra cui su Ventosu. Pau è un piccolo paese, di poco più di 300 abitanti, dell’alta Marmilla, territorio fertile e ricco di corsi d’acqua, dove si coltivano cereali, legumi, frutteti e vigneti. L’origine è forse romana, come testimoniano ritrovamenti di embrici, vasi, monete e tracce di antiche costruzioni in varie località, tra cui sa Telluri. Il nome stesso deriverebbe dal latino pagus (villaggio). Alla preistoria risalgono tre nuraghi, uno monotorre, su Castiu o Spadua, e due complessi, nelle località Arruinas e punta su Nuraxi. Oggi il borgo è articolato in una rete di strade su cui si affacciano antiche case in pietra. Al centro la parrocchiale di San Giorgio martire, in campagna la chiesetta di Santa Prisca martire, celebrata a inizio settembre.