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Cala Sabina - Asinara

È incorniciata da un promontorio granitico nell’estremità nord-orientale dell’Asinara: potrai fare il bagno in una piscina naturale da sogno, l’unica spiaggia – e che spiaggia! – dell’area protetta dove è possibile. La visita a Cala Sabina sarà un’esperienza indimenticabile per la sabbia candida e finissima, talmente soffice da sembrare farina, dove potrai distenderti rilassato, per limpidezza e tonalità delle sue acque, che variano tra azzurro, blu e verde chiaro, e per i fondali incontaminati, talmente trasparenti che vedrai tanti pesci confidenti che ti si presenteranno vicino. Qui flora e fauna hanno riparo sicuro e tutela. La spiaggia è punteggiata da qualche scoglio e immersa nella lussureggiante macchia mediterranea, i cui colori e aromi caratterizzano tutta la costa del parco nazionale.

Cala Sabina è raggiungibile via mare, seguendo indicazioni e permessi dell’ente parco, e via terra, lungo il sentiero che sale verso nord da Cala d’Oliva. Prima, sarai attratto dalle due altrettanto splendide spiagge vicine al piccolo borgo e dal borgo stesso, un tempo abitato delle famiglie che fondarono Stintino (1885), poi direzione dei distretti carcerari – a pochi passi dal bunker - nonché residenza isolana dei giudici Falcone e Borsellino, oggi sede dell’Osservatorio botanico.

Nella visita all’isola nell’Isola, ti si presenteranno altre imperdibili cale, scendendo verso sud incontrerai: Trabuccato, paradiso dello snorkeling, dove ammirerai rari molluschi giganti; d’Arena, per molti la spiaggia più bella: sabbia bianchissima e acque trasparenti; e Sant’Andrea, sabbia bianca lambita da mare turchese, tutelata al massimo grado e visitabile solo accompagnati da guide del parco. Da cala Reale, invece, partono gran parte delle escursioni lungo i sentieri dell’Asinara, un luogo affascinante e fermo nel tempo. Qui la natura regna incontrastata e specie vegetali e animali, altrove estinte, vivono indisturbate, tra cui il simbolo dell’isola: l’asinello bianco.

Punta Est - Capo Coda Cavallo

La ‘coda’ è una lingua di terra, ricoperta di verde mediterraneo, protesa verso l’incantevole mare dell'area protetta di Tavolara – Capo Coda Cavallo. La costeggia una striscia di sabbia dorata, dove potrai godere di una vista fantastica. La spiaggia è nota come Punta Est, lunga circa 600 metri, come indica il suo nome, è il tratto di litorale più orientale del promontorio, che rientra nel territorio di San Teodoro. La vegetazione da paesaggio incontaminato alle spalle della spiaggia contribuisce a ‘colorare’ il mare turchese con riflessi smeraldini, oltre a profumare l’aria grazie a corbezzoli, ginepri, lentisco e mirto. Di fronte, ammirerai acque cristalline, dalle quali spuntano scogli e isolotti: il più vicino è l’isola Proratora, davanti alla punta estrema del capo, raggiungibile tramite un sentiero immerso nel verde. Più in là, scorgerai l’isola di Molara e, in lontananza, l’inconfondibile profilo ‘allungato’ di Tavolara.

La particolare forma del litorale lo rende riparato dalla maggior parte dei venti, pertanto il mare è spesso calmo, quasi somigliante a una laguna. Punta Est, come tutte le spiagge di San Teodoro, è particolarmente adatta ai bambini, per il bassissimo fondale in prossimità della riva e per la disponibilità di servizi, tanto da essere insignita ininterrottamente fin dal 2008 della Bandiera Verde, riconoscimento assegnato dai pediatri italiani. La spiaggia è un ottimo punto d’appoggio per esplorare i fondali con maschera e boccaglio o con attrezzatura da sub: l’area marina protetta di Tavolara – Capo Coda Cavallo, infatti, è uno scrigno di biodiversità, con numerose specie di pesci e una variegata flora, che abitano anfratti, grotte e pareti di scogli e cavità. Tra i punti più affascinanti, la secca del Papa, sulla costa di Tavolara, e le Piscine di Molara, ‘racchiuse’ tra scogli granitici nella parte sud-occidentale dell’isolotto.

A ovest della spiaggia, superata la ‘coda’, avrai occasione di visitare spiagge da cartolina su entrambi i versanti del promontorio. La costa settentrionale ospita calette più piccole e selvagge, come Lastra Ruia, composta da sabbia e ciottoli ambrati, e Cala Suaraccia, nota anche come ‘le Farfalle’, un arco di 150 metri che si apre sul mare turchese punteggiato di scogli, ideale per lo snorkeling. Il lato sud ‘offre’ i litorali di Salina Bamba e Salinedda: il primo deve il nome al piccolo stagno retrostante, con mare verde-azzurro poco profondo e sabbia candida; Salinedda, invece, ha un arenile in cui spuntano rocce dal colore rossastro, mentre il paesaggio di fronte è caratterizzato dalla presenza dell’isola Ruia.

Cala di Trana

Due grandi promontori rocciosi, i Delfini e punta Don Diego racchiudono le bellezze di Cala di Trana, una piccola spiaggia protetta alle spalle da dune di sabbia e da un entroterra ricoperto da macchia mediterranea. Si trova nel tratto costiero di Punta Sardegna, all’interno del territorio di Palau, nella parte più settentrionale dell’Isola, tre chilometri a nord-est di un’altra splendida spiaggia di Palau, Porto Pollo. Lunga 200 metri, Cala di Trana è incastonata tra due enormi ammassi rocciosi granitici ed è raggiungibile via mare e attraverso uno sterrato, che si imbocca dalla strada che porta a Costa Serena.

È caratterizzata da una sabbia di colore tendente al rosa e da mare cristallino. È molto riservata e priva di strutture organizzate per la balneazione, ma comunque luogo ideale per chi ama la tranquillità e le immersioni per esplorare la particolare fauna marina. Per trasparenza e limpidezza delle acque e pulizia della sabbia, è stata conferita a Cala di Trana e a tutta la costa di Palau l’ambito riconoscimento delle 3 Vele da Goletta Verde di Legambiente.

A pochi chilometri, proseguendo verso occidente, dalla parte di punta Don Diego, si visiterai la Batteria militare di Talmone, sede militare – visitabile - realizzata per fare da vedetta al canale tra Spargi e la Sardegna. Poco più avanti ecco il Fortino Talmone, costruito durante la seconda guerra mondiale.

Torpè

Dal suo abitato godrai di un panorama che abbraccia a nord il golfo di Olbia e l’area marina di Tavolara, a sud il golfo di Orosei e il Supramonte di Dorgali. Avvolto da colline granitiche, Torpè è un centro di quasi tremila abitanti vicino alla costa nord-orientale della Sardegna, di lingua logudorese, e documentato sin dal XII secolo come località della curatoria Posada - Comune oggi confinante – all’interno del giudicato di Gallura. In mezzo alle viuzze del centro storico, che ha ispirato il pittore sardo del XX secolo Mario Delitala, sorge la bellissima parrocchiale di Nostra Signora degli Angeli. Nella solenne festa per la patrona sono inclusi spettacoli folkloristici. Non lontano appare la chiesa di sant’Antonio, in onore del quale si svolge l’evento per eccellenza: gli scenografici fuochi di sant’Antonio abate, nella notte del 16 gennaio, con cerimonia religiosa accompagnata da degustazioni di dolci e vino, suoni e danze. A fine maggio a su Cossu si svolgono i festeggiamenti per santa Rita, a fine settembre quelli dedicati alla beata Vergine immacolata. A inizio ottobre la frazione di Talavà è animata dalle celebrazioni per santa Teresa. Interessanti anche il concorso di canto tradizionale a chitarra e la rassegna gastronomica ‘Torpè produce’. Il centro è famoso per gli agrumeti e le cave con impianti di produzione di calcestruzzo. Nel palazzo municipale osserverai una mostra fotografica di usi e tradizioni del passato, mentre nella frazione di sos Rios e Concas, vedrai vecchie costruzioni in mattoni di fango e pietre a vista.

Nel territorio di Torpè ricade parte del parco regionale dell’oasi di Tepilora, una delle aree più rigogliose dell’Isola: quasi ottomila ettari di foreste incontaminate, punteggiate da sorgenti e rocce modellate dal tempo, attraversate da sentieri e corsi d’acqua, nonché area di protezione faunistica, dove trovano rifugio anche daini e mufloni. Al suo interno ci sono le foreste di su Lidone e di Usinavà, oltre mille ettari di lecci, sughere e macchia mediterranea, con affioramenti granitici cui l’erosione ha dato forme del mondo animale. L’escursione prosegue al lago Maccheronis, attorniato da moderne piste ciclabili e affiancato dalla pineta de sa Dea. Le maggiori concentrazioni di lecci si trovano a Badd’e Cabras e a sa Figu, insieme a corbezzoli, lentischi e ginepri rossi. Altro luogo dalla splendida visuale è il monte Nurres, uno dei rilievi che contornano l’abitato, tra cui Cuccuru ‘e Luna, monte Pedra Ruina e monte Nizzu, alle cui falde si trova una miniera di rame. Ideale via d’accesso tra costa e altopiano di Bitti e Buddusò, l’area fu frequentata sin dal Neolitico ed è disseminata di testimonianze preistoriche: da visitare le domus de Janas di Predas ruias e il nuraghe San Pietro, con mastio e torri attorno, una usata anche in epoca romana.

Cala Capriccioli

Un lembo di terra granitica si protende sul mare nella parte meridionale della Costa Smeralda con deliziose calette di sabbia finissima, mentre sullo sfondo la vista è rapita dagli isolotti del parco dell’arcipelago della Maddalena. Questo luogo da sogno è Capriccioli, poco a sud della ‘capitale’ smeraldina Porto Cervo, nel territorio di Arzachena, che dista 15 chilometri. In gallurese il nome significa ‘caprette’, a indicare una coppia di massi possenti e tondeggianti, levigati da mare e vento, che separano e racchiudono spiaggette di sabbia soffice e chiara, con sfumature argentee, che s’immerge nel mare dalle tonalità tra azzurro brillante, turchese e verde smeraldo. Qua e là rocce di granito rosato, con riflessi giallo-rossastri, fanno capolino nell’acqua e alle estremità della baia. Tutt’intorno ginepri, lentischi, olivastri e pini marittimi profumano di essenze mediterranee l’ambiente e contribuiscono al suo fascino selvaggio.

Capriccioli è divisa in due cale principali, entrambe ben protette dal maestrale. In caso di altro vento, a seconda del punto da cui soffia, potrai scegliere quella più riparata. Il lido a oriente, detto La Celvia, è caratterizzato da fondali bassi e sabbiosi, ideale per famiglie con bambini. Separato da blocchi granitici rosa, a ovest, si estende l’altro lato del litorale, formato da altre due spiagge. La prima è chiamata ‘del Pirata’. Qui un piccolo pontile in legno agevola l’attracco: potrai noleggiarci gommoni, canoe e pedalò e avventurarti alla scoperta dell’isoletta di Mortorio, piccola oasi costellata di rocce dalle forme più svariate che si staglia di fronte alla baia. Poco più avanti nell’estrema punta della penisola, si trova la seconda spiaggetta, detta ‘delle Tartarughe’: un’oasi naturale frequentata dalle tartarughe marine nel periodo della deposizione delle uova, protetta da dune e da un boschetto di ginepri. Ai lati della spiaggia, passeggiando sugli scogli, raggiungerai facilmente altre lingue di sabbia, ombreggiate da boschetti e segnate da scogli granitici. Il panorama è arricchito dalle vicine isole di Soffi e delle Camere, entrambe di natura granitica e con meravigliosi paesaggi incontaminati.

Cala Capriccioli è dotata di tutti i servizi: è accessibile a diversamente abili, fornita di ampio parcheggio a pochi passi dalle spiagge, info point, servizi igienici e docce, bar e ristoranti. Oltre che natanti, potrai noleggiare sdrai e lettini. Tanti gli hotel top class vicino alla spiaggia. Per arrivare alla cala da Arzachena passerai dalle provinciali 94 e 160, da Olbia prenderai la statale 125 verso Palau per poi svoltare in direzione Costa Smeralda.

Il contrasto tra turchese del mare, colori delle rocce granitiche, sabbia candida e verde della ‘macchia’ è uno spettacolo che, secondo il giudizio di tanti visitatori, vale il titolo di cala ‘smeraldina’ più bella. Di certo la concorrenza non manca: poco più a nord si trova la ‘mitica’ Cala di Volpe, composta da piccole e suggestive spiaggette di sabbia rosa chiaro. Dopo le deliziose Petra Bianca e Petra Niedda, sorge Liscia Ruja, detta Long Beach, una delle spiagge più grandi della ‘Costa’. Le altre meraviglie si distendono attorno al borgo sul mare di Porto Cervo, regno delle vacanze di lusso. A iniziare dal Grande Pevero, luccicante arco di 300 metri di sabbia, bordato da scogli modellati dal tempo e lambito dal mare cangiante. È una delle spiagge più esclusive della zona: alle sue spalle si stendono curatissimi campi da golf. Separato da un promontorio e incastonato in un contesto solitario, ecco il Piccolo Pevero - lungo meno della metà del fratello maggiore’ - suggestiva piscina naturale che concorre anch’esso al titolo di più bella. Due chilometri e mezzo più a sud si distendono le bellissime Li Ittricceddi, Romazzino e la ‘caraibica’ spiaggia del principe, la preferita di Karim Aga Khan IV, ‘fondatore’ della Costa Smeralda: finissima sabbia bianca, rocce rossastre e acque dalle varie tonalità di blu. Natura selvaggia e sabbia splendente caratterizzano, a sud, Razza di Giunco, cala che comprende quattro spiaggette vicinissime a una palude ricca di giunchi.

Le Cinque Spiagge

In gallurese è gulfu di li ranci, ‘golfo dei granchi’, poi italianizzato in Golfo Aranci: una lingua di terra bordata dal mare in Gallura, a meno di venti chilometri da Olbia e a pochi minuti dalla Costa Smeralda. Il promontorio di Capo Figari domina il litorale fatto di spiagge di sabbia finissima e fondale digradante per decine di metri, un mondo sommerso tutto da scoprire con punti di immersione sorprendenti come la Città delle Nacchere, Capo Filasca e la roccia del Mamuthone. Circondate da macchia mediterranea, qui si trovano le cinque spiagge ‘cittadine’, ideali per famiglie con bambini e​ per ragazzi, specie appassionati di windsurf, dotate di parcheggio, bar​ e stabilimenti balneari.

Le Cinque Spiagge si estendono lungo la litoranea della località gallurese. La prima si trova al centro del paese, da dove si ammira lo spettacolo del golfo e dell’isola di Tavolara. Uno sperone granitico la separa dalla seconda, una graziosa spiaggetta di sabbia bianca. Al di là di un promontorio ecco la terza, la più grande: il mare color smeraldo regala trasparenze uniche. La quarta si trova poco dopo l’ingresso della cittadina: una distesa di sabbia fine e acqua turchese. Di fronte ecco Capo Figari e l’isola di Figarolo, spettacolare riserva naturalistica. Una piccola scogliera divide quarta e quinta spiaggia, dove il fondale basso diventa una piscina naturale. Nei mesi meno caldi, ecco uno scorcio suggestivo: dietro la spiaggia si forma un laghetto, habitat di varie specie di uccelli.

Oltre alla comodità delle spiagge cittadine, Golfo Aranci ti offrirà tanti altri rilassanti paradisi, allontanandoti di poco dal paese lungo la costa: Cala Greca, piccola insenatura con ciottoli rosa, l’incantevole e riparata Cala Moresca, la bellissima Cala Sassari, le dune di Cala Sabina e Cala del Sonno, dove un tempo trovavano rifugio i pescatori. Le ‘perle’ di Golfo Aranci non sono finite qui, a breve distanza dal paese, sarai ammirato anche da sos Aranzos e dalla spiaggia Bianca, da Marinella, dalle baie Caddinas e de Bahas e da Cala Banana, detta così per la forma arcuata. E ancora potrai partire per escursioni in barca verso l’area marina protetta di Capo Coda Cavallo.

Usinavà

Solo il sibilo del vento e lo scroscio dei torrenti spezzano la quiete che qui regna incontrastata. Proprio loro, vento e acqua, hanno modellato per millenni le rocce granitiche che ne contornano il paesaggio, sbizzarrendosi nel creare forme inconsuete. La foresta demaniale di Usinavà ha nella varietà degli scenari naturalistici la sua caratteristica principale, un ‘microcosmo’ che resiste e si rigenera, nonostante le ingerenze dell’uomo, dove numerose specie animali hanno trovato il loro habitat, tanto da essere qualificata come oasi permanente di protezione faunistica. La foresta si estende per 1146 ettari, ricadenti nel territorio di Torpè e fa parte del parco dell’oasi di Tepilora. Ospita una vegetazione particolarmente varia per altezza e densità: boschi di lecci e sugherete si alternano a bassa macchia mediterranea, compaiono poi corbezzoli, ginepro rosso, lentischio e fillirea. A Usinavà potrai ammirare, vicino alle sorgenti , anche una pianta rara a queste latitudini: la felce florida, che può raggiungere i due metri di altezza.

Il verde si interrompe dove inizia il granito, che assume tinte rosa, grigie e bianche, e che si mostra in originali, a volte bizzarre, formazioni rocciose, talvolta con fattezze animali. Noterai anche i tafoni, rocce nelle quali gli agenti atmosferici hanno scavato incavi più o meno ampi. Mentre l’elemento roccioso più caratteristico sono le ‘serre’, serie di creste coniche simili ai denti di una sega. Tra le numerose e rare specie faunistiche che dimorano nella foresta spicca il muflone, ma potrai avvistare anche volpi, donnole, pollo sultano ed essere sorpreso dal volo di poiane, aquile reali e falchi. Una sosta nel centro servizi all’interno della stazione forestale ti farà conoscere sos pinnettos, un tempo capanne di appoggio per i pastori. Non mancano foresteria e barbecue, tavoli per i pic-nic.

I boschi dell’oasi di Tepilora, ambientale - riconosciuta come ‘riserva della biosfera’ dall’Unesco per tutela della biodiversità e sostenibilità ambientale - sono un labirinto di affascinanti e intricati sentieri segnalati, che ti accompagneranno alla sua scoperta. Oltre alla foresta di Usinavà, fanno parte dell’oasi anche le leccete di sos Littos-sas Tumbas, dove vive una colonia di daini, e i boschi di Sant’Anna. Il territorio è caratterizzato anche da importanti testimonianze archeologiche: a meno di due chilometri da Torpè sorge il maestoso nuraghe San Pietro, con un mastio edificato in conci di trachite rossa circondato da quattro torri secondarie. A sud-ovest di Tepilora, in territorio di Bitti, troverai invece una delle più affascinanti tracce abitative e cultuali dell’età nuragica: il complesso di Romanzesu.

Sos Littos - Sas Tumbas

Montagne dalle forme ruvide e accidentate, solcate da ampie vallate, sono il regno incontrastato dell’aquila reale, che nidifica sul monte Tepilora. A quote più basse di qualche centinaio di metri, una popolazione di daini s’aggira tra i lecci e le sugherete. Sono loro le specie rare più caratteristiche che abitano la foresta demaniale di sos Littossas Tumbas. Ma non sono le uniche, l’area ospita, all’interno di uno spazio ben delimitato, anche una colonia di mufloni, protagonisti di un’attività di ripopolamento. Inoltre, potrai osservare cinghiali, gatti selvatici, lepri, martore e volpi, mentre nel cielo volteggiano falchi pellegrini, sparvieri e poiane, e non è infrequente avvistare anche la pernice sarda e il colombaccio.

Sos Littos – Sas Tumbas, appartenente al demanio forestale dal 1914, si estende per 2155 ettari nei territori di Alà dei Sardi e di Bitti, la sua altitudine varia dai 110 metri fino a toccare i 774 metri di punta Piatteri. Numerosi corsi d’acqua solcano la foresta, tra gli alberi si fanno spazio anche filliree e formazioni di bassa macchia mediterranea: cisti, corbezzoli, erica, lavanda, lentisco e mirto. Vicino al rio s’Aragone, la fanno da padrone ontani neri, salici grigi e oleandri, a creare un suggestivo paesaggio. Anche il riu Orulamita e il riu Piscamu mantengono una portata d’acqua durante tutto l’anno, dove vivono pesci d’acqua dolce, in particolare trote.

I boschi rientrano all’interno del complesso forestale dell’alta Gallura, parzialmente anche nell’oasi di Tepilora-Rio Posada, divenuta parco regionale. Insieme a Sos Littos – sas Tumbas fanno parte dell’area protetta anche le aree verdi di Crastazza e Tepilora, nel territorio di Bitti, e la foresta demaniale di Usinavà, appartenente al Comune di Torpè e dichiarata oasi permanente di protezione faunistica. In particolare il complesso di Crastazza-Tepilora confina a nord-ovest con i boschi di sos Littos - sas Tumbas, caratterizzato da zone di rimboschimento, macchia mediterranea autoctona, lecci e ginepri. I paesaggi dell’oasi di Tepilora sono selvaggi e affascinanti, passerai dall’asperità delle rocce granitiche alla rigogliosità dei boschi. Decine di sentieri la attraversano, meta di appassionati di trekking, con possibilità di sosta nelle aree attrezzate per i picnic. Verso est, sulle sponde del lago di Torpè, oltre ad ammirare gli scenari dell’oasi, potrai attraversare in kayak il tratto del rio Posada che conduce sino alla sua foce e praticare la pesca sportiva.

Cala Corsara

Si dice fosse un antico covo di pirati, motivo del suo nome. E che rifugio! Te ne innamorerai al primo sguardo: un luogo magico che ti rapirà per natura selvaggia e contrasto cromatico tra verde della vegetazione che pervade le rocce granitiche e le infinite sfumature del mare, dal turchese allo smeraldo, dall’azzurro al blu profondo. È Cala Corsara, piccola paradisiaca baia sulla costa meridionale dell’isola di Spargi, una delle perle più splendenti del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena, nominata spiaggia più bella d’Italia nel 2016 nella classifica di un celebre sito di vacanze e inclusa nel 2018, dalla rivista americana Forbes, tra le sette spiagge da visitare nel Belpaese. La raggiungerai soltanto in barca: impossibile resistere al desiderio di tuffarti e arrivare a nuoto a riva. Ti immergerai in un paradiso terrestre e godrai di pace e panorami mozzafiato.

La cala è composta da quattro spiaggette di sabbia bianca finissima, quasi impalpabile, contornate da piccole dune dove crescono ginepri, ginestre, rose e gigli marini. Alcuni scogli granitici sorprendono per forme curiose, opera della millenaria erosione di vento e mare. La più nota è la ‘roccia della strega’ sul lato occidentale della cala. Se al relax preferisci le immersioni, sei nel contesto ideale per snorkeling o per scendere a fondo con pinne e bombole: scoprirai fondali pieni di sorprese, come relitti di ogni epoca, e la tua passione per la fotografia sarà soddisfatta dagli scatti subacquei. Nella secca di Cala Corsara giace il relitto di Spargi, una nave oneraria romana (di 35 metri) del II secolo a.C.: parte del suo carico, ritrovato nel 1939, è esposto nel museo Nino Lamboglia della Maddalena.

Spargi è la terza isola più grande delle 60 – grandi, piccole e piccolissime - che compongono il parco istituito nel 1994. Scoprirai tante altre perle nell’escursione in un paradiso disabitato per la sua natura granitica e aspra, il cui entroterra è quasi inaccessibile, ricoperto da macchia mediterranea. A sud, a breve distanza da Cala Corsara, risplende la luminosità cristallina di Cala Soraya. Nella parte orientale meritano una visita Cala Granara e Cala Canniccio, distesa di sabbia rossastra, accarezzata da acque di impareggiabile limpidezza, con tonalità dal rosa della riva al blu acceso a largo, attraverso varie gradazioni di azzurro. Ti lascerà col fiato sospeso Cala Conneri, detta anche ‘cala dell’amore’: la fine sabbia candida è orlata da rocce rosate in cui guadagnano spazio ginepri, cespugli di rosmarino e gigli selvatici. Il mare smeraldo emana una luce quasi surreale. Nel periplo dell’isola dalla forma quasi circolare, incontrerai altre insenature bordate da rocce modellate dal tempo e vegetazione che arriva sino al bagnasciuga: Cala Pietranera a nord e Cala Piscioli a ovest. Nella costa nord-occidentale spiccano anche fortificazioni militari impiantate durante le guerre mondiali: il forte Zanotto e il porticciolo militare di Cala Granu. Spargi è affiancata dalla ‘sorella minore’ Spargiotto, dove nidificano rari uccelli acquatici, e dallo scoglio di Spargiottello, meta di appassionati di diving.

Gli oltre 20 mila ettari di territorio protetto del parco – che abbracciano 180 chilometri di coste – sono tutti un mondo incontaminato da scoprire in barca, in autonomia o con i charter in partenza dai porti di La Maddalena, Palau, Porto Cervo e Santa Teresa Gallura. Le insenature delle isole creano una miriade di approdi. Accanto a Spargi spicca Budelli, impreziosita dall’inimitabile spiaggia Rosa. L’estremo nord è occupato dalle bellissime Razzoli e Santa Maria, collegate tra loro da un istmo naturale. A sud spicca Santo Stefano, ex base americana. Al centro c’è la ‘sorella’ maggiore, La Maddalena con meravigliose spiagge - tra cui Bassa Trinita e Monti da Rena -, collegata a oriente da un ponte a Caprera, seconda isola per grandezza, punteggiata di splendide cale, tra cui Cala Coticcio, detta Tahiti, e celebre per il Compendio garibaldino, ultima dimora dell’‘eroe dei due mondi’.

Spiaggia dell'Isolotto - Palau

A poche decine di metri dal centro di Palau, lungo una baia addossata al porto turistico e costeggiata, sull’altro lato, dalla rigogliosa pineta di Punta Nera, si estende una spiaggia di sabbia bianca e soffice, sulla quale spuntano massi di granito levigati da vento e onde. Di fronte, il mare risplende di tonalità turchesi. Nel litorale, noto come spiaggia dell’Isolotto, sventola da vari anni consecutivi la Bandiera Blu conferita dalla Fee (Foundation for Environmental Education), che ne premia la limpidezza di acque, la sostenibilità e la tutela ambientale, la qualità dei servizi offerti. Vicino alla spiaggia ci sono parcheggio, punti ristoro, noleggio attrezzature balneare e per la pratica di sport acquatici.

La pineta a destra dell’arenile assicura riparo nelle ore più calde, caratteristica che rende la spiaggia dell’Isolotto una meta apprezzata dalle famiglie con bambini, anche grazie al fondale basso e prevalentemente sabbioso. Il tratto di arenile che a est si affianca alla pineta è conosciuto anche come spiaggia di Punta Nera e comprende la Bau Bau Beach, spazio dog-friendly, attrezzato per ospitare gli amici a quattro zampe.

Il porticciolo adiacente è attivo durante tutto l’anno, anche qui è esposta la Bandiera Blu come approdo turistico, distinguendosi per gestione ambientale, qualità delle acque, servizi e sicurezza. Le sue banchine con dodici pontili fissi ospitano fino a quasi 500 barche (fino ai 18 metri) e sono uno dei punti di partenza ideali per esplorare le incantevoli isole del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena e le rinomate spiagge della Costa Smeralda.

Una seconda Bandiera Blu sventola nel mare palaese, a Palau Vecchio, il cui paesaggio evoca affascinanti tempi passati. Anche qui c’è il ristoro di una pineta, alle cui spalle si snodano i binari di una ferrovia in disuso. Una passeggiata si dirama tra verde e arenile, la sui sabbia è dorata, mentre il mare assume tonalità azzurre e verde smeraldo. Uno scenario da cartolina ti aspetta a Porto Faro, la cui spiaggia si estende lungo un’insenatura caratterizzata da un faro bianco. A ovest del paese, i ‘gioielli’ costieri sono l'incantevole Cala Trana, la 'storica' spiaggia di NelsonPorto Rafael, borgo di casette bianche di fronte al mare turchese, e Sciumara, spiaggia color crema, acque azzurre che diventano blu sempre più intenso verso il largo e, alle spalle, un bosco di lecci.