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Dorgali

Storia e archeologia, tradizioni e arte manifatturiera, mare incantevole e montagne selvagge del Supramonte, ricoperte da profumati boschi, ti porteranno in un mondo magico e leggendario. A Dorgali troverai un patrimonio naturalistico di ben 225 chilometri quadrati, uno dei territori comunali più belli ed estesi in Sardegna. Lungo le caratteristiche vie del centro storico passeggerai fra case di pietra vulcanica e botteghe, dove i gioielli in filigrana e le ceramiche ti faranno scoprire, insieme ai tappeti, la vocazione artigiana del borgo. Le chiese di San Lussorio, della Madonna d’Itria e la parrocchiale di santa Caterina sono testimoni della profonda devozione della sua popolazione. Farai un viaggio a ritroso nel tempo nel museo archeologico, che raccoglie i reperti di età nuragica (in particolare quelli del villaggio-santuario nuragico di Serra Òrrios) e di epoca punica e romana. A pochi chilometri dal paese partirai in escursione verso la valle di Lanaittu, sino al mitico villaggio di Tiscali, roccaforte difensiva di fronte all’avanzata romana.

Poco fuori dal paese, superata una breve galleria, vera e propria porta tra montagna e mare, ti si aprirà allo sguardo lo splendore del golfo di Orosei. Un’affascinante e sinuosa discesa ti porterà sino alla frazione di Cala Gonone, celebre per insenature e calette, attrazione di appassionati di natura e avventura o di romantiche escursioni in barca. Si adagia su una ripida collina che degrada sino al mare: qua risaltano spiagge di sabbia dorata come Cala Cartoe, Ziu Martine e Cala Osalla. Via mare o con un suggestivo e impegnativo trekking, giungerai a Cala Luna, al confine con Baunei, una delle spiagge più famose dell’Isola, uno dei luoghi più incantevoli del Mediterraneo, caratterizzato da sabbia finissima e circondata da un bosco di oleandri fa da cornice: è lo scenario del cult ‘Travolti da un insolito destino’. Inoltrandoti, raggiungererai la Codula di Luna, una gola incastonata in ripide pareti calcaree dove godrai dello spettacolo di ginepri millenari che fanno da guardiani, da tempo immemorabile, alle bellezze del posto. Da Cala Gonone in escursione guidata potrai raggiungere anche le famose cavità naturali delle Grotte del Bue Marino, spettacolare ‘foresta’ di stalattiti e stalagmiti, un tempo habitat della foca monaca. che custodisce un lago salato sotterraneo. Dentro le grotte, nel corso dell’evento Cala Gonone Jazz, si celebra ogni anno uno dei concerti più spettacolari che la Sardegna proponga. A proposito di scoperte marine, non perdere occasione di visitare l’acquario dentro il borgo di Cala Gonone.

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Cala Fuili

Una meraviglia da film, che compare nel set di ‘Travolti da un insolito destino’ (1974) con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. È l’ultima caletta raggiungibile in macchina o in bici da Cala Gonone, la strada si interrompe dove inizia la discesa a piedi verso la spiaggia. La piccola, incontaminata e panoramica Cala Fuili, nel territorio di Dorgali, poco distante dalle Grotte del Bue Marino, ti stupirà per fondale basso, acque incredibilmente trasparenti e mare dalle tonalità che vanno dal verde al turchese.

La spiaggia, ​composta da s​abbia​ bianca mista a sassi con scogli affioranti, ti si apre allo sguardo dopo aver disceso una scalinata scavata nella roccia e attraversato un fitto bosco di arbusti di macchia mediterranea.​

Il panorama vale la faticosa camminata: il contrasto fra verde della vegetazione e blu del m​are contribuisce alla scenografia fiabesca della caletta, insieme alle pareti rocciose ​che attirano ogni anno numerosi appassionati di arrampicata. È adorata anche dagli amanti di trekking e canyoning - raggiungibile anche attraverso il suggestivo percorso interno della codula Fuili – e da appassionati di immersioni e snorkeling.

Più a sud, lungo il golfo di Orosei, troverai altri paradisi con natura incontaminata e acque cristalline: ​ Cala Luna e, nel territorio di Baunei, le cale Biriola, Sisine, Mariolu, Goloritzè, ​ che sapranno offrirti paesaggi che scaldano il cuore.

Se ti appassionano le civiltà del passato, in zona potrai avventurarti in un viaggio nel tempo tra nuraghi, ​menhir, ​dolmen e domus de Janas, ​oppure immergerti nella suggestiva atmosfera del villaggio nuragico di Tiscali. O ancora potrai visitare la grotta di Ispinigoli,​ caratterizzata da una colonna stalagmitica di 38 metri, la più alta d’Europa. E come base per le tue escursioni naturalistiche e culturali in questa parte del Nuorese è perfetta la rinomata località turistica di Cala Gonone.

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Ilbono

Si adagia a 400 metri d’altitudine sulle pendici meridionali del Gennargentu, circondato da un paesaggio ondulato, dove spiccano le rocce porfiriche del monte Tarè, e coltivato a cereali, legumi, frutteti, vigneti e uliveti, irrorati da ruscelli che solcano fertili colline. Ilbono è un centro di oltre duemila abitanti dell’Ogliastra, lungo la ‘strada della longevità’ da Lanusei a Tortolì. Dal 2005 è città dell’olio: da non perdere a marzo la sagra di olio e olive. Altro settore trainante è l’artigianato artistico. In Funtana de Idda, la piazza principale, confluiscono le strette e tortuose vie storiche del paese. Qui sorge la parrocchiale di san Giovanni battista, costruita nel XVII su un precedente edificio forse romanico, mentre la chiesa di san Cristoforo (celebrato a fine settembre) è stata eretta tra XVII e XVIII secolo. In campagna spiccano le chiesette intitolate a san Rocco e san Pietro, che hanno restituito reperti romani. La festa più sentita è per la Madonna delle Grazie a inizio luglio: secondo leggenda una cassa col simulacro della Madonna approdò sulla bella spiaggia di Cea e fu trasportata in paese. Sentiti anche i riti della Settimana Santa. Nelle celebrazioni le donne ilbonesi sfoggiano l’abito tradizionale.

Ilbono deriverebbe da silvone o sirbone (cinghiale), per l’abbondanza di esemplari nell’Antichità. Di certo il territorio conserva tracce umane fin dal Neolitico (fine IV millennio a.C.), come documentano domus de Janas ben conservate in varie località, tra cui Tèxere, dove sono stati ritrovati anche sette menhir, e soprattutto nel parco archeologico di Scerì, dove, oltre a due sepolture ipogeiche scavate in due massi (di tipo monocellulare), è custodito un complesso nuragico perfettamente integrato col contesto naturale e in posizione strategica. Su un torrione granitico sorge un nuraghe complesso in blocchi di granito, costituito da una torre principale di pianta circolare (alta quasi cinque metri) e un corpo aggiunto (lungo 48 metri e largo 36), più in basso un antemurale. Nella parte meno scoscesa si sviluppa un villaggio. Alcune capanne hanno restituito materiali che documentano Bronzo medio e recente, dal XV al XII sec. a.C. I resti nuragici sono ovunque nel territorio ilbonese, una delle aree ogliastrine a più alta densità: una decina sono monotorri con cortine e muraglie megalitiche. Più torri hanno i nuraghi Teddizzò e Mont’e Forru (con villaggio). Alcuni hanno vicino tombe di Giganti, due a Pèrda Carcina. Indizi di romanizzazione sono i resti di abitato, necropoli e strada in località Piranserì e un abitato ad Alinusolu. Sono stati ritrovati anche due diplomi militari: del 79-81 e del 127 d.C., rilasciati dagli imperatori Domiziano e Traiano.

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Arzana

Nel cuore dell’Ogliastra, tra boschi lussureggianti e sorgenti cristalline, ai piedi del monte Idolo, sul versante del Gennargentu che guarda al mare, sorge Arzana. Da questa parte del massiccio, che con la punta La Marmora tocca la vetta più alta dell’Isola (1834 metri), nelle giornate terse, scorgerai territori sardi molto lontani. È una zona ricca di corsi d’acqua, che talvolta si trasformano in cascate e limpidi laghetti: da non perdere la sorgente di Funtana Orrubia e la cascata di Pirincanis, che scorre in una stretta e suggestiva gola. Nelle valli del Flumendosa rimangono tratti di foreste antichissime, in particolare nel bosco di Tedderieddu troverai tre alberi di tasso tra i più vecchi d’Europa, oltre a ginepri, ginestre, ontani, cisti e lecci, dove vivono indisturbati mufloni, cinghiali e cervi.

Il territorio di Arzana fu frequentato sin da età nuragica. A testimoniarlo la necropoli a domus de Janas di Perdixi, i complessi nuragici di Unturgiadore, sa ‘e Cortocce, sa Tanca e il villaggio di Ruinas. Mentre nella stessa area di Tedderieddu, nel villaggio di Silisé e dentro il paese, a su Baingiu - dove è stato scoperto un impianto termale - sono venuti alla luce ruderi di epoca romana. In età giudicale il centro fu prima sotto Calari e poi inglobato nel regno di Gallura. Infine, divenne parte del regno catalano-aragonese. Tra gli edifici religiosi spicca la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, ricostruita a metà Ottocento. All’interno osserverai una croce medievale proveniente da Silisé e un ostensorio del Seicento.

Arzana è uno dei centri-simbolo della blue zone Ogliastra, ossia una delle sei aree del mondo dove è più alta la percentuale di centenari e persone anziane in buona salute, singolarità studiata dall’Istituto di genetica molecolare del CNR. La longevità, una delle dimensioni qualificanti della straordinaria qualità della vita in Sardegna, è coesistenza di patrimonio genetico, benessere ambientale e sociale e qualità del cibo. Come gli altri centri ogliastrini, infatti, il paese si distingue per le prelibatezze, a iniziare dai culurgionis, gustosi ravioli di formaggio, che gusterai col sugo di pomodoro. In autunno, nella stagione dei funghi, Arzana dà il meglio di sé: ogni anno, in novembre, c’è la sagra del Porcino d’Oro. Vivrai un’esperienza unica raggiungendo il paese con il Trenino Verde, linea ferroviaria turistica che da Cagliari ad Arbatax attraverso paesaggi di indescrivibile bellezza.

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Osini

Un paese vissuto due volte. L’attuale centro abitato di Osini fu ricostruito un chilometro più a nord, dopo una devastante alluvione del 1951. Nella ‘Osini storica’, nata nel Medioevo, inglobata nei giudicati, prima, di Calari, poi di Gallura e passata sotto dominio aragonese e spagnolo, si conservano case disabitate e la seicentesca chiesa di santa Susanna: un paese fantasma sospeso e immoto, che torna a vivere due giorni all’anno, ad agosto, durante le celebrazioni in onore della santa. Il ‘nuovo’, popolato da 800 abitanti e impreziosito da capolavori degli artisti sardi Maria Lai, Costantino Nivola e Pinuccio Sciola, è inserito in uno scenario montano incontaminato, tra gole, dirupi e falesie ammantate di verde mediterraneo: una foresta di lecci, uliveti, orti e vigneti, da cui si ricava un ottimo cannonau.

Arriverai in cima al Taccu di Osini, altopiano alto quasi mille metri che sovrasta il paese e domina tutta l’Ogliastra, passando per la suggestiva Scala di san Giorgio. La gola è un monumento naturale della Sardegna più aspra e selvaggia: un angusto passaggio fra due alte pareti calcareee e dolomitiche. Proprio nella spaccatura è sorto il santuario in onore del santo patrono, festeggiato tutti gli anni il 24 aprile. La leggenda dice che san Giorgio vescovo di Suelli recitò una preghiera ai piedi all’altopiano, che avrebbe dovuto aggirare o scalare, e, per miracolo, si aprì un varco nella roccia.

Percorso un breve tratto a piedi, a circa mille metri d’altitudine, troverai in ottimo stato di conservazione, il nuraghe Serbissi, abitato dal Bronzo antico a quello recente (XVII-X secolo a.C.). È un parco archeologico dove storia millenaria e bellezze naturali si incontrano in un connubio perfetto: le architetture, raro esempio di complesso nuragico ad alta quota, torreggiano in una panoramica rocca calcarea dalle ripide pareti, cui si poggiano adattandosi con un’insolita tecnica a terrazzamenti. La struttura, una delle più importanti che la civiltà nuragica ci ha lasciato in eredità, è composta da nuraghe complesso a quattro torri, villaggio, grotta, due tombe di giganti e, vicino, altri due nuraghi monotorre, Sanu e Orrottu.

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Elini

A metà strada tra l’azzurro mare ogliastrino e le aspre montagne del Gennargentu si inerpica, a quasi 500 metri d’altezza, il più piccolo paese dell’Ogliastra. Elini, popolato da quasi 600 abitanti, si distende su una conca ammantata da ulivi secolari, protetto dal maestrale imperante di queste terre da alte montagne. Il suo territorio è percorso da tantissime sorgenti, che rendono l’area molto fertile: sono coltivati ulivo, vigneti e frutteti e crescono lecci e roveri. Il mezzo più suggestivo per arrivarci è il treno: accompagnati dal suono sommesso delle ruote ferrate sulle rotaie si attraversano paesaggi incantati, tra ‘tacchi’ calcarei immersi nella natura lussureggiante. Arrivati al centro del paese scenderai nella vecchia stazione, costruita nell’Ottocento con blocchi di granito. Nel centro storico è da visitare la parrocchiale di san Gavino martire, realizzata nel XX secolo su un impianto cinquecentesco. Nella parte alta del paese godrai di un panorama spettacolare e di passeggiate tra lecci e fonti perenni: qui si trova il parco Carmine, meta immancabile della tua visita. Al suo interno troverai anche i ruderi di due nuraghi e, soprattutto, ammirerai il bellissimo santuario della Madonna del monte Carmelo, risalente al XVII secolo. Secondo il canonico Flavio Cocco, l’origine del piccolo borgo sarebbe legata al parco, qui nell’Antichità si sarebbe insediato un presidio militare romano. Anche la venerazione degli elinesi per il santo guerriero Gavino, celebrato solennemente ogni 18 maggio, indicherebbe l’origine militare del luogo. La festa più sentita, però, è a luglio con festeggiamenti e processioni per tre giorni

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Marina di Cardedu

Otto chilometri di spiagge, uno dei più lunghi dell’Isola, in cui si alternano tratti sabbiosi dai toni chiari e ciottolosi dai colori più accesi. La marina di Cardedu è una lunghissimo litorale dell’Ogliastra meridionale, protetto alle spalle da una distesa di eucalipti, che si affaccia sul mare limpido con sfumature azzurre e verde smeraldo. Grazie alle notevoli dimensioni il litorale non è mai troppo affollato, neanche in alta stagione, mentre per posizione è esposto ai venti di scirocco che lo rendono meta di surfisti. Il fondale rapidamente profondo è ideale per immersioni e snorkeling. Il paesaggio circostante è selvaggio e affascinante, sullo sfondo si stagliano i rilievi del Monte Ferru, ricoperti di macchia mediterranea e degradanti verso il mare con scenografiche scogliere.

A nord della marina di Cardedu c’è la spiaggia di Foddini, dalla sabbia con riflessi dorati e con un curioso laghetto adiacente. Ancora più a nord, senza soluzione di continuità, inizia la costa di Barisardo. Verso sud, oltre la spiaggia principale della marina, ecco Museddu, dove la sabbia è altrettanto chiara ma un po’ più grossa. I riflessi azzurri del mare creano un suggestivo effetto cromatico col verde che circonda la costa. L’ampio arenile permette rilassanti camminate e passeggiate a cavallo. Il fondale profondo è frequentato da appassionati di pesca subacquea. Proseguendo ancora più a sud ecco la spiaggia di Perd’e Pera: qui rocce di porfido rosso iniziano a decorare il paesaggio, la sabbia è bianca e fine, il mare regala tonalità tra il blu e il verde smeraldo. Alle spalle la pineta di eucalipti, dà riparo nelle ore più calde. In spiaggia troverai tutti i servizi, stabilimenti balneari, punti ristoro e noleggio piccole imbarcazioni.

Le scogliere rossastre prendono nettamente il sopravvento al confine con la marina di Gairo, concedendo tratti selvaggi e calette mozzafiato: l’ultimo tratto di Cardedu è la spiaggetta, che si caratterizza per ciottoli scuri e scogli affioranti; poi arrivano gli incanti di Gairo Sant’Elena, Su Sirboni e Coccorocci. La prima, al termine di un sentiero immerso nella macchia, ti offrirà sabbia chiara e soffice e mare turchese dal fondale basso. La seconda è un trionfo di colori: ciottoli variegati, acqua blu intensa, scogli di porfido rosso e ginepri verdeggianti.

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Tertenia

Affascinanti paesaggi tra mare e montagna. Distante cento chilometri sia da Cagliari che da Nuoro, Tertenia è un paese di tradizione agropastorale del sud dell’Ogliastra, popolato da quasi quattromila abitanti. Sorge in una valle, contornata dal complesso di monte Ferru, ricco di boschi e sentieri, dal Taccu mannu e dal monte Arbu. Lo scenario è suggestivo: le acque del rio Quirra, che attraversa il centro abitato, i suoi affluenti, vigneti e foreste di lecci di Crabiolu, Fustiragili e Bingionniga, creano variazioni cromatiche dal blu al verde. Sullo sfondo le torri calcaree dei Tacchi d’Ogliastra conferiscono ulteriore fascino. La costa si estende per dodici chilometri. La lunga Marina di Tertenia è composta da spiagge incantevoli di sabbia chiara e morbida, intervallate da coste rocciose: Foxi Manna, Foxi de Murdegu, s’Abba de is Marronis. Le loro acque sono limpide e di un azzurro cangiante.

A ridosso del litorale pianure e colline con lussureggiante macchia mediterranea: cisto, corbezzolo, lentisco ed erica. Foxi Murdegu è sormontata dalla torre di san Giovanni di Sarrala (XVI secolo). Secondo tradizione, il paese sarebbe sorto qui, sul mare, poi spostato a monte per difendersi dalle incursioni saracene, infine nell’attuale sito ‘intermedio’. A conferma il fatto che Sarrala deriverebbe dalla città romana di Saralapis, qui forse localizzata. Tra fine XIX e inizio XX secolo l’area è stata coinvolta nell’attività estrattiva dei minerali trasportati e caricati al porto di Santoru, nella parte più meridionale della Marina.

Le prime tracce di insediamento nel territorio di Tertenia sono del Neolitico recente e finale (IV-III millennio a.C.), nelle grotte ai piedi del monte Giulea e le necropoli a domus de Janas nelle località Magalàu e Santa Lugia. Nell’età del Bronzo è riscontrabile un’alta densità di popolamento: quasi 80 nuraghitra cui spicca il nuraghe Aleri - una trentina di tombe di Giganti, circa venti villaggi nuragici e un pozzo sacro. Dall’archeologia all’arte: in paese sorge il museo Albino Manca, dedicato alla vicenda artistica di grande successo (in Italia e negli Stati Uniti) del pittore e scultore nato e morto a Tertenia (1898-1976). Tra gli edifici di culto da visitare la parrocchiale intitolata alla beata Vergine Assunta e la chiesa di santa Teresa d’Avila (XVII secolo). A Bidda ‘e Susu si trova la chiesa bizantina di santa Sofia, in onore della quale si celebra la festa più sentita (inizio settembre). Per san Pietro apostolo si sfila in costume, mentre ad agosto una sagra di prodotti tipici ti farà assaporare pecora arrosto e bollita, formaggio e vino locali.

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Cea

‘Tesoro d’Ogliastra’ è il commento più frequente alla vista di Cea, costantemente inserita tra i dieci tratti costieri da visitare ‘obbligatoriamente’ nella terra della longevità. Sabbia bianca e morbida, quasi impalpabile, fondale basso, ideale per famiglie con bambini, scogli levigati e luce del sole che risalta le sfumature smeraldine del mare sono le caratteristiche di una spiaggia incantevole che si distende per più di un chilometro a partire da capo Bellavista. La distesa di sabbia dorata per tre quarti fa parte del territorio di Tortolì, da cui dista quasi dodici chilometri, e per un quarto è all’interno della costa di Bari Sardo, da cui ne dista sette. A sud è delimitata da una lingua di scogli, scuri e piatti, detta punta Niedda. Poco oltre sorgono le rocce vulcaniche dell’altopiano di Teccu.

Passeggiare sul suo bagnasciuga è un’esperienza sensoriale: la sabbia setosa al tatto, la piacevole ruvidità di rari scogli piatti in riva, il profumo di ginepri e macchia mediterranea, i suoni, la lucentezza e i colori tropicali del mare la renderanno un luogo memorabile della tua vacanza. A completare il vivace affresco, ecco la sua peculiarità: da una collina vicina una cresta di porfido rosso termina sul lido. Nella stessa direzione, a 300 metri dalla riva, al centro del litorale, spuntano due faraglioni alti venti metri: sono is Scoglius Arrubius, raggiungibili a nuoto o in pattino, ‘trampolino’ di arditi tuffatori. Al tramonto ‘s’incendiano’ in un suggestivo spettacolo cromatico. Gli ‘scogli rossi’ sono il simbolo di Cea, nonché suo secondo nome. Alle spalle dell’arenile si estendono ginepri e arbusti mediterranei che regalano un ulteriore stacco di colore. A ridosso, piccoli stagni, collegati al mare durante l’alta marea, dove si può praticare la pesca al cefalo.

La spiaggia ospita vari punti ristoro e di noleggio attrezzatura balneare, canoe e pedalò. Non mancano servizi per disabili e passerelle sino all’acqua. Poco oltre l’arenile una caletta offre attracco a imbarcazioni da diporto. In prossimità della sabbia troverai campeggi, area attrezzata per camper e un ampio parcheggio, poco distanti hotel e case vacanze. Per giungere a Cea, da Bari Sardo procederai sulla statale 125 in direzione nord e deviare al bivio apposito; oppure puoi percorrere la suggestiva (e tortuosa) strada che passa dalla Torre di Barì, simbolo costiero del paese ogliastrino, e lungo i tornanti dell’altopiano di Teccu. Da Tortolì percorrerai la ‘125’ ma verso sud; in alternativa potrai seguire la strada litoranea che parte dal Lido di Orrì, distante due chilometri dall’abitato. Orrì è un litorale tanto lungo da non vederne i confini, uno dei tratti costieri più limpidi della costa orientale, fatto di insenature contornate di scogliere granitiche che portano a deliziose spiaggette, raramente affollate. La spiaggia principale è lunga tre chilometri e mezzo di sabbia chiara e soffice, quella più meridionale è Cala Ginepro, piccolo ‘gioiello’ incastonato tra Cea e Orrì, un arco sabbia chiara e sottile di circa 300 metri, che s’immerge in acque turchesi e verdi. Il nome deriva da una pineta di ginepri a ridosso del litorale, ma è nota anche come ‘il golfetto’, perché chiusa e riparata da scogliere.

A Tortolì e dintorni Is Scoglius Arrubius non sono le uniche rocce di porfido che affiorano dal mare: accanto al porto di Arbatax, spiccano le Rocce Rosse, spettacolare monumento naturale che fa ‘da scudo’ alla spiaggia ‘cittadina’ di Cala Moresca. Poco più a sud brillano le tonalità azzurre di Porto Frailis. Molto più scure sono le rocce basaltiche delle insenature di punta su Mastixi, punteggiate da piccole grotte: da qui la visuale si estende a nord fino a capo Monte Santo. Nel multiforme territorio tortoliense, principale ‘porta d’accesso’ ogliastrina, dopo i tuffi al mare farai un’immersione in cultura, tradizioni, archeologia e nelle prelibatezze locali, dai culurgiones alle carni arrosto, accompagnate dal cannonau.

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Coccorrocci

Una distesa di ben quattro chilometri di pietroline modellate dal tempo, dove vivono is coccorroccius, le chiocciole marine. Sono loro a dare il nome alla spiaggia di Coccorrocci,​ perla della Marina di Gairo,​ caratterizzata da un contesto naturalistico molto suggestivo. I monti Ferru e Cartucceddu incombono sulla costa con le loro rocce di porfido rosso e i ginepri incorniciano di verde la spiaggia e la inebriano di profumi.

I ciottoli di origine vulcanica sono di tanti colori, dal bianco al rosa, dal grigio al verdastro e degradano immergendosi nel un mare cristallino. Grazie alla purezza dell’acqua si possono ammirare i fondali ricchi di flora e fauna marina. La battigia è ideale per fare lunghe camminate all’insegna del relax totale.

Coccorrocci, una delle più famose spiagge ogliastrine, dotata di strutture ricettive, confina a nord con la Marina di Cardedu, in particolare con la splendida spiaggia di Perdepera, e a sud con la Marina di Tertenia, divisa da un promontorio percorribile con un lungo trekking sino all’incantevole spiaggia di Foxi Manna. Lungo il litorale di Gairo non perderti anche un altro gioiello dall’aspetto paradisiaco: è la spiaggia de su Sirboni (‘il cinghiale), detta anche Cala Francese. Sabbia finissima e bianca che si immerge nel mare azzurro e trasparente con un fondale basso sino al largo, orlata da verdissima e fitta vegetazione. Mai sovraffollata, ha un fascino incontaminato e selvaggio.

Per gli amanti del turismo attivo, il luogo si presta, oltre che per il trekking, anche per fotografia naturalistica, birdwatching, biking, nordic walking e orienteering. A due passi dalla spiaggia – venti minuti a piedi - si può godere delle piscine naturali, alimentate dall’acqua della sorgente su Accu ‘e axina del monte Ferru: rocce di porfido rosso emergono tra la rigogliosa vegetazione abbracciando imponenti masse d’acqua, dove si può anche fare il bagno.