Il suo abitato è incastonato con una particolare forma ‘a ventaglio’ a est del mont’Ixi, a quasi 600 metri d’altitudine. Silius è un paese di mille e 200 abitanti del Gerrei, territorio del sud Sardegna che separa il Campidano dalle Barbagie. La sua fama è legata alle vestigia del castello di Sassai (o Orguglioso), che confermano la rilevanza del centro in età giudicale e sotto il dominio spagnolo, e a una delle poche miniere attive del sud dell’Isola, in un giacimento di fluorite. L’attività estrattiva, nella seconda metà del XX secolo, ha attirato forza lavoro dalle campagne, ma non ha stravolto l’assetto di un centro basato su agricoltura e allevamento, praticati in territorio molto fertile, in cui spicca la sorgente di is Alinos. La tradizione culinaria è strettamente legata all’attività agropastorale.
Il paese ha la particolarità dell’intitolazione della parrocchia alle sante cartaginesi Felicita e Perpetua, martirizzate nel 203 d.C.: è una delle sole due in Italia (l’altra è a Roma). Il loro culto fu forse portato a Silius da monaci greco-bizantini che si insediarono nel confinante San Basilio. Nella data del martirio (7 marzo) e a metà giugno si celebrano le feste patronali. La parrocchiale fu ricostruita nel XIX secolo su un edificio, forse, più vecchio di due secoli. Restaurata a metà XX secolo, ha una facciata a capanna con portale ligneo e architrave in pietra. L’interno è a navata unica con copertura lignea e due cappelle per lato. L’altro santuario del paese è citato da Vittorio Angius nel Casalis (1838). L’edificio fu ricostruito nel 1863 e poi nel XX secolo. Nel 1972 divenne chiesa di san Sebastiano e santa Barbara: il primo è celebrato il 20 gennaio, la patrona dei minatori a inizio dicembre e a metà luglio, quando una solenne processione si conclude nella miniera Muscadroxiu. Tante le feste religiose in onore della Madonna: a inizio febbraio sa Candelora, a fine aprile Nostra Signora di Bonaria, a inizio maggio la Madonna del Rosario, a fine settembre Nostra Signora della Salute. Altri sentiti momenti sono corpus domini, processioni dell’Addolorata, via crucis e s’Incontru a Pasqua.
Il territorio di Silius fu abitato da età prenuragica, in particolare nel Neolitico finale, come testimoniano due domus de Janas, Pale de su Nuraxi e sa Domu ‘e s’Orcu, a otto chilometri dal paese, e nell’età del Rame, testimoniata dai circoli megalitici di s’Incorradroxiu. La frequentazione aumentò nell’età del Bronzo, cui risalgono vari nuraghi che seguono il corso del Flumendosa, tra cui il suggestivo nuraghe Santu Damianu, e il pozzo sacro di Funtana Coberta. I nuraghi furono poi occupati da insediamenti romani, come testimoniano i ritrovamenti di monete e vasellame.