Portisco
Abbracciata da un suggestivo paesaggio, posizionata in maniera ‘strategica’ per esplorare uno dei tratti costieri più affascinanti del Mediterraneo e ben collegata con porto e aeroporto di Olbia, Portisco è una meta ideale alle soglie della Costa Smeralda, adatta a tutte le tipologie di turisti e dotata di ogni comfort. Ville e residence, hotel e spiagge della rinomata località occupano la parte occidentale del golfo di Cugnana, insieme a un pittoresco e attrezzato porto turistico, la Marina di Portisco, insignito ininterrottamente a partire dal 2016 della Bandiera Blu come approdo turistico, grazie a limpidezza delle acque, tutela ambientale e qualità dei servizi.
Il limite opposto di Portisco è rappresentato da una lingua di roccia semiaffiorante che termina in prossimità dell’isolotto granitico omonimo, ricoperto di verde mediterraneo e impreziosito da calette deserte e selvagge. Tra il porto e l’isola si estende una striscia di sabbia bianca a grani fini, con un fondale basso e qualche scoglio. Ti sorprenderà il doppio colore del mare, turchese in prossimità della battigia e blu cobalto al largo. La spiaggia è perfetta per famiglie, grazie al dolce digradare del fondale e ai numerosi servizi presenti, parcheggio, punti ristoro, affitto attrezzature da spiaggia e natanti. Non solo, è anche un’attrazione per appassionati di immersioni e snorkeling, specie tra le insenature rocciose.
Lo scenario è magnifico: alla tua sinistra la scogliera e l’isolotto di Portisco, alla tua destra, oltre il porticciolo, il golfo di Cugnana e di fronte, sull’estremità opposta della baia, il ‘dirimpettaio’ di Portisco, ovvero Porto Rotondo. Dal porto andrai in barca alla scoperta delle spiagge smeraldine, delle isole di Mortorio e Soffi, con le loro calette e piscine naturali, e verso il parco dell’arcipelago della Maddalena, 60 tra isole e isolotti con spiagge incantate e protette.
Via terra, invece, lungo la provinciale 94 ‘panoramica’, varcherai il confine sud della Costa Smeralda e potrai ammirarne i gioielli: a partire da Rena Bianca, dal colore della sabbia, qui le scogliere incorniciano il mare color smeraldo, mentre la battigia si tinge di rosa per i piccoli granelli di quarzite. Proseguendo verso nord si susseguono Razza di Giunco, in cui l’arenile punteggiato di scogli di granito rosa si alterna con fiordi, isolotti e promontori, e Petra Ruja, ‘colorata’ da caratteristiche rocce rosse. La battigia rosa ritorna a Liscia Ruja, la più ampia spiaggia smeraldina, circondata dalla macchia mediterranea, seguita dalla baia di Cala di Volpe, una delle destinazioni più rinomate della ‘Costa’. Il suo paesaggio è fiabesco: davanti a mirti e ginepri, tra graniti affioranti, si apre il mare azzurro intenso.
Cala Ghjlgolu
Dove la natura scolpisce il granito. Cala Ghjlgolu (o Girgolu) si trova in località Vaccilleddi, alla base del promontorio di Monte Petrosu, nel territorio di Loiri Porto San Paolo: Risplende per turchese del mare, per chiarore della sabbia e, soprattutto, per la famosa roccia della Tartaruga - da cui il suo ‘secondo’ nome - attrazione dei visitatori, specie quelli più giovani. È uno degli scogli più fotografati non solo in Gallura ma in tutta la Sardegna, frutto dell’erosione millenaria degli agenti atmosferici. Anche altre rocce caratterizzano la cala: sono dette ‘tafonate’, erose dai cristalli di quarzo del granito che, sbriciolati, ruotano vorticosamente per effetto del vento.
La spiaggia è una meraviglia dalle continue sorprese: sabbia ocra alternata a sassolini levigati. Il fondale è basso e sabbioso, ideale per godere di un bel bagno in tranquillità e in sicurezza, anche per i bambini. Ci sono tutti i servizi: parcheggio, strutture per diversamente abili, campeggio, punto ristoro, noleggio ombrelloni, lettini, canoe, pedalò e gommoni. Alle spalle di Cala Ghjlgolu il paesaggio è arricchito da un piccolo stagno, habitat di varie specie di uccelli.
Lungo la costa vicina si alternano calette incantevoli e collegate tra loro, circondate da macchia mediterranea e roccia granitica chiara. Piccoli percorsi consentono di spostarsi da una all’altra con lo sfondo dell’area marina di Capo Coda Cavallo e dell’isola di Tavolara, che si erge come una montagna sul mare dai colori brillantissimi.
Nelle vicinanze, impossibile perdersi le spiagge di San Teodoro: la sottile e infinita lingua di sabbia dorata della Cinta, il litorale bianco e le acque tropicali di Cala Brandinchi e della vicina Lu Impostu o ancora la splendida s’Isuledda e la spiaggia dell’Aldia Bianca.
Porto Istana
Le onde turchesi scorrono sulla superficie del mare creando un effetto di luce e colori che ricorda il cristallo. La sabbia candida ricopre l’arenile creando un contrasto abbagliante con le sfumature dell’acqua. La baia di Porto Istana sorge ai piedi di capo Ceraso, un promontorio granitico nella frazione di Murta Maria all’interno del golfo (e del territorio) di Olbia, da cui dista circa venti minuti di auto.
La baia è un insieme di quattro spiagge separate da piccole fasce rocciose. È bordata da graniti rosa e contornata dal verde di arbusti mediterranei: cisto, corbezzolo, erica, leccio e olivastro. Tutt’e quattro le calette, denominate con numeri ordinali partendo da nord, sono caratterizzate da un fondo di sabbia bianca finissima, che degrada dolcemente verso i colori smeraldo del mare, perciò particolarmente adatto ai bambini.
In spiaggia godrai del panorama offerto dall’imponenza verticale di Tavolara, farai bagni di sole rilassanti o nelle acque paradisiache dell’area marina protetta. Il litorale è accessibile a persone con disabilità, collegato alla città coi servizi pubblici, dotato di ampio parcheggio e noleggio attrezzatura balneare. Attorno ci sono hotel, villaggi turistici, ristoranti e bar. Le calette, battute dal vento, sono meta di chi pratica vela e windsurf.
I fondali ricchi di fauna e flora marine ne fanno una località ricercata dagli appassionati di immersioni subacquee e snorkeling. La costa vicina a Olbia, inoltre, è tutta un paradiso del diving con vari punti di immersione nel promontorio di Capo Figari (territorio di Golfo Aranci) e nell’area marina: Tedja Liscia, la secca del Papa, il relitto di Molara, lo scoglio di Molarotto. Nella tua vacanza olbiese goditi altri paradisi costieri: superata Porto Istana, in direzione San Teodoro, troverai la sabbia color giallo-ocra di Lido del Sole e Li Cuncheddi. La spiaggia ‘cittadina’ è La Playa di Pittulongu, estesa ‘mezzaluna’ di sabbia fine e candida. Vicine sono la spiaggia dello Squalo, il Pellicano, simile alla Playa ma più piccola, e Mare e Rocce. Più a nord c’è Bados, con sabbia soffice delle tonalità grigio-ocra. La costa di Olbia comprende altri lunghi tratti: in direzione Costa Smeralda, ci sono le ‘perle’ di sabbia bianca e mare cristallino di Marinella, Porto Rotondo, Portisco e della Marina di Cugnana, tra cui la spiaggia Bianca.
Porto Liscia
La costa gallurese è disseminata di calette rocciose e piccoli tratti sabbiosi, ma nel litorale di Santa Teresa Gallura spunta una rarità: una striscia di sabbia dorata lunga circa due chilometri. L’arenile di Porto Liscia sarebbe anche più esteso, se non fosse per il fiume Liscia: il corso d’acqua, infatti, attraversa la spiaggia e sfocia in mare, segnando la divisione con la spiaggia dell’Arenaria e delimitando così il confine costiero con Palau. A rendere la spiaggia accogliente e affascinante ci pensano le dune e la vegetazione retrostante, dove dominano ginepri e lentischi. Il mare è cristallino, dal colore azzurro chiaro con riflessi verde smeraldo, il fondale è basso e sabbioso.
Il litorale è incastonato in un golfo, delimitato a destra da s’Isuledda, nota anche come Isola dei Gabbiani - in realtà una penisola - e a sinistra da un’altra penisola, anch’essa in origine staccata dalla terraferma: il suo nome è Coluccia. L’insenatura è battuta dai venti settentrionali, rendendo Porto Liscia una location perfetta per gli appassionati di wind e kite surf. L’area compresa tra Coluccia e la foce del Liscia è dal 1994 oasi di protezione faunistica, ci potrai osservare i suoi stabili 'abitanti': aironi, cormorani, fenicotteri rosa e gabbiani reali. La foce, inoltre, è protetta da una folta vegetazione, dove spiccano tamerici e giunchi. Se, invece, vorrai soltanto rilassarti in spiaggia e goderti il mare, troverai a disposizione i servizi utili: punto di ristoro e noleggio sdraio, lettini e ombrelloni. Il panorama di fronte si apre sulle isole di Spargi e Spargiotto e sulla costa occidentale dell’isola della Maddalena. All’orizzonte il tuo sguardo potrà scorgere le isole di Budelli e Razzoli e spingersi oltre, fino alle bocche di Bonifacio.
Il fiume Liscia, con i suoi detriti, ha generato la formazione del cordone sabbioso che collega s’Isuledda alla costa. Ai suoi lati, le spiagge dell’Arenaria e Porto Pollo si aprono a ventaglio, circondate da alte dune. Come Porto Liscia, anch’esse sono particolarmente apprezzate per la pratica di sport acquatici, spesso teatro di gare internazionali. La trasparenza del mare e il fondale sabbioso sono ideali anche per lo snorkeling. Proseguendo verso est, lungo il litorale di Palau, esplorerai tratti costieri spettacolari: la ‘granitica’ Cala Trana, la batteria militare Talmone – opera difensiva strategica e ‘mimetizzata’ tra rocce e verde -, le aspre scogliere di Punta Sardegna e il pittoresco villaggio di Porto Rafael. Mentre, a ovest di Porto Liscia ti addentrerai sul territorio costiero di Santa Teresa Gallura, che da anni colleziona Bandiere Blu: la prima sul tuo percorso sarà la piccola e riparata Conca Verde.
Spiaggia Rosa
La puoi ammirare come un autentico capolavoro della natura dalle vicine spiaggia del Cavaliere e Cala di Roto, accompagnato dalle guide del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena. La sua vista regala emozioni indimenticabili. La spiaggia Rosa dell’isola di Budelli, una delle più belle al mondo, deve il nome al colore della sabbia, ricca di piccolissimi frammenti di corallo, granito, conchiglie e gusci di molluschi. La spettacolare colorazione deriva da un microrganismo di colore rosa che ‘abita’ le praterie di posidonia e vive dentro le conchiglie. Quando muore, i gusci vengono trascinati a riva, sminuzzandosi per l’azione di acqua e vento.
Nel XX secolo ancoraggi e agitazione irregolare del mare hanno arretrato la posidonia e modificato la composizione sabbiosa. A partire dal 1998, l’introduzione di norme di salvaguardia integrale della spiaggia, chiusa a sbarco (anche per evitare saccheggi), balneazione e ancoraggio di barche, le hanno consentito di riprendere in pieno la colorazione. Ti troverai di fronte ad acque limpide che si infrangono su una battigia rossiccia e, alle spalle, la vegetazione mediterranea regala colori e profumi da paradiso terrestre, reso celebre dal genio di Michelangelo Antonioni, che nel 1964 ci ambientò parti del famoso film ‘Deserto rosso’.
Budelli, oasi dalla natura selvaggia, è di proprietà privata da prima dell’istituzione del parco nazionale, cui è stata assegnata definitivamente nel maggio 2016, dopo il fallito tentativo di acquisto di un magnate neozelandese. Si trova poco a sud di Razzoli e Santa Maria, le due isole dell’arcipelago più vicine alle Bocche di Bonifacio. Ha uno sviluppo costiero di 12 chilometri e un territorio incontaminato di 25 ettari, abitato da una sola persona: il custode. Dal monte Budello (87 metri) la visuale è mozzafiato: scogliere granitiche che nascondono calette di sabbia fine e mare blu intenso. Tutto l’arcipelago offre luoghi da sogno: Cala Coticcio a Caprera, i forti di Santo Stefano, Cala Corsara a Spargi, le spiagge di sabbia dorata e fine della Maddalena, solo per citarne alcuni. I fondali, ‘santuario dei cetacei’, ospitano delfini, capodogli e balenottere e sono paradisi del diving. In particolare tra Budelli e Spargi, c’è la ‘secca’ di Washington, fatta di blocchi granitici colorati dal rosso delle gorgonie.Stagnali
Un tempo postazione militare ‘strategica’, oggi centro di salvaguardia ambientale e simbolo del legame tra passato e futuro, con vista sul mare turchese. Il borgo di Stagnali si affaccia sull’omonima cala nella parte sud-occidentale di Caprera, seconda isola più grande per dimensioni dell’arcipelago della Maddalena. La sua origine risale ai primi anni del XX secolo, quando l’allora Ministero della Guerra fece costruire una caserma con alloggi, magazzini, uffici e stalle. Il complesso, noto come ‘baraccamenti militari’, ospitava la terza compagnia del battaglione bersaglieri. Il suo compito consisteva nel fungere da postazione difensiva dell’arcipelago, in caso di tentativi di sbarco nelle numerose calette disseminate tra le isole. Oggi che la funzione militare è cessata, Stagnali vive una nuova, duplice vita: è l’unico centro abitato dell’isola e ospita alcune strutture del parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena. Vi ha sede il Centro di educazione ambientale dell’ente parco.
Al suo interno potrai visitare il museo del mare e delle tradizioni marinaresche, il museo mineralogico-naturalistico e il centro di ricerca sui delfini. Il primo ripercorre la storia degli abitanti dell’arcipelago e il loro rapporto con il mare; nel museo mineralogico scoprirai le rocce che costituiscono l’arcipelago e le varie tipologie di sabbia delle spiagge di Caprera, oltre ad ammirare numerosi fossili. Osserverai anche frammenti di meteoriti provenienti dalle più famose località di impatto sul pianeta. Il centro ricerca sui delfini monitora la situazione relativa ai cetacei che vivono nei mari maddalenini e svolge azioni di tutela, organizzando anche escursioni per poterli osservare da vicino.
Nel borgo visiterai la chiesetta dedicata alla Madonna della Pace: in origine era un capannone militare, gli abitanti del luogo vi ricavarono una cappella a metà XX secolo. Dopo alcuni anni di abbandono, la struttura fu completamente ristrutturata e la chiesa fu inaugurata nel 1998. Al suo interno ammirerai affreschi e un altare in conci di granito. La località è caratterizzata anche da un porticciolo con pontile in muratura, costruito assieme alle strutture militari e attualmente usato da diportisti e pescatori. Accanto all’approdo si distende una piccola spiaggia, con sabbia a grani medio-grossi di colore dorato e mare turchese, dal quale affiorano numerosi scogli.
Il villaggio è punto di partenza per esplorare le attrazioni di Caprera: proseguendo verso sud-est attraverserai un istmo di terra, ai lati del quale si estendono le spiagge dei Due Mari. Ancora più a oriente ammirerai la spiaggia del Relitto, nella quale, di fronte a un mare dai riflessi smeraldini, giace sull’arenile il relitto di un motoveliero. Caprera è celebre soprattutto come dimora dell’Eroe dei Due Mondi: ripercorrerai la storia e le leggendarie imprese di Garibaldi visitando il Compendio garibaldino, per poi proseguire ad ammirare le spiagge del versante settentrionale: Cala Serena, Cala Napoletana e la ‘Tahiti sarda’, Cala Coticcio.
Telti
È immerso in un suggestivo paesaggio tra massi granitici modellati dal vento e imponenti boschi di lecci, sughere, olivastri e macchia mediterranea. Telti è un tipico borgo di collina della profonda Gallura, popolato da oltre duemila abitanti – in parte sparsi nelle campagne attorno - e legato principalmente ad agricoltura e allevamento. In forte espansione sono le imprese che lavorano granito, ferro e legno e la produzione artigianale di pasta fresca, pane e dolci. Telti è Comune autonomo dal 1963, quando si separò da Tempio Pausania. Il nome deriva da Tertium, stazione militare romana sulla biforcazione della strada Olbia-Gemellae, dalla quale derivò nel Medioevo Villa Torcis, villaggio coinvolto nel XIV secolo nella lunga guerra tra Corona d’Aragona e giudicato d’Arborea. L’odierno abitato è di recente costruzione. A partire dal XVIII secolo i vari stazzi (tipici insediamenti rurali) circostanti si riunirono, anche per iniziativa papale, attorno a due chiesette allora campestri, la chiesa di sant’Anatolia (del XVIII secolo) e la chiesa di santa Vittoria, oggi ‘cuore del paese’, edificata nel 1899 in stile settecentesco. Entrambe erano un tempo riferimenti religiosi per i paesi vicini che vi si riunivano in devozione. Nel piccolo centro storico ammirerai il colore del granito locale e vari murales. Non lontano dal centro troverai il museo culturale e naturalistico della Sardegna, che documenta vita della comunità locale, gli spazi domestici tradizionali, mondo animale, vegetale e minerale. In direzione Calangianus, sorge la seicentesca chiesa campestre di san Bachisio, celebrato a maggio con un pranzo comunitario. Particolarmente suggestivi sono i riti della Settimana Santa e le sfilate in abiti tradizionali delle feste per le sante Anatolia e Vittoria.
La zona è ricca di sorgenti e torrenti che rendono particolarmente fitta e rigogliosa la vegetazione. Il rilievo più alto, monte Pinu, alto 750 metri, coperto da un vasto bosco di pini marittimi. Il ritrovamento di alcuni tafoni granitici usati (rocce scavate da erosione naturale) come sepolture accertano la frequentazione del territorio dal Neolitico (5000-2700 a.C.). Alla successiva età del Rame appartengono alcune domus de Janas, piccole grotticelle artificiali scavate nella roccia. L’area fu poi densamente popolata nell’età del Bronzo: le genti nuragiche, Ilienses e Balares edificarono vari nuraghi come il Putzolu in località omonima, a pianta ellittica con tre celle e corridoio, e La Prexona di Siana, in località Aratena, in origine trilobato con mastio collegato ad altre tre torri poste a triangolo. Il nome deriva dal fatto che in epoca giudicale fu usato come prigione. A testimoniare la possibile esistenza di un villaggio tra IX e III secolo a.C. è il ritrovamento di varie monete di età punica.
Cala Spalmatore - La Maddalena
Ben nota da secoli a pescatori che approdavano nella baia per ‘spalmare’ di pece le imbarcazioni, la profonda insenatura di cala Spalmatore, nella parte nord-orientale dell’isola della Maddalena, è una delle maggiori attrazioni di arcipelago e parco nazionale. Un lungo pontile si staglia al centro della caletta a ricordare il lavoro dei pescatori. Ancora oggi, protetto dalle intemperie, è ormeggio privilegiato e sicuro di tante imbarcazioni di varie misure.
Alla fine del lungo fiordo, colorato dalle varie tonalità delle acque, si trova una spiaggia di modeste dimensioni - lunga 70 metri e larga 25 - una delle più frequentate dell’isola e dotata di tutti i servizi di balneazione e ristoro. Il fondo è di granelli sabbiosi dalla tonalità rosata con striature gialle e nere, date da mica e quarzo. Il fondale sabbioso degrada dolcemente allontanandosi dalla riva, adatto sia a famiglie che ad amanti dello snorkeling. Alle spalle dell’arenile troverai un piccolo stagno, habitat di una grande varietà di specie animali. Attorno predomina la macchia mediterranea.
Il paesaggio è impreziosito da rocce di granito rosa e dalla vedetta di Guardia del Turco. Dall’altura potrai ammirare, da una parte, l’intera superficie della Maddalena e, dalla parte opposta, Caprera, raggiungibile da un istmo artificiale a pochi passi da Spalmatore. Da qui potrai partire anche alla scoperta di tutta la costa maddalenina, fatta di scogliere, insenature e calette. Risalendo verso nord la strada che costeggia l’isola, troverai dune di sabbia bianca e fine nelle spiagge di Bassa Trinita, Cala Lunga e Monti d’a Rena. Sulla costa occidentale ammirerai le piccole baie granitiche di Cala Francese e a sud i colori scintillanti di Punta Tegge e l’affascinante Nido d’Aquila. Proseguendo nel lungomare di Padule verso oriente entrerai nel centro abitato della Maddalena dal porticciolo di Cala Gavetta: non perdere occasione per visitare il centro storico e i musei cittadini.
San Simplicio - Olbia
In Gallura sono rari gli esempi di architettura romanica, eppure a Olbia si trova la basilica meglio conservata di tutta la Sardegna. San Simplicio, edificata per volontà dei giudici di Gallura, tra fine XI e inizio XII secolo, è l’edificio più imponente della storia romanica nell’Isola. Dapprima, nella seconda metà dell’XI secolo, furono costruiti abside, pilastri, colonne e parte di mura e navate; in una seconda fase (primi decenni del XII), furono edificati copertura e completate navate e muri perimetrali; infine, a metà XII secolo, fu eretta la facciata e ultimata la copertura.
La chiesa, intitolata a Simplicio vescovo, morto martire il 15 maggio del 304 d.C. durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, sorge su una collina che, un tempo, stava fuori dalle mura cittadine. San Simplicio divenne patrono della città, celebrato ogni anno, a metà maggio, con una delle feste tradizionali più sentite della Sardegna. Le celebrazioni comprendono la processione al seguito del simulacro del santo, accompagnata dal corteo di gruppi in costume sardo provenienti da tutta l’Isola, e il suggestivo palio della Stella in via Re di Puglia.
La struttura della basilica è a tre navate divise da arcate su pilastri e colonne, secondo un sistema alternato di sostegni. Nelle pareti, interne ed esterne, sono presenti caratteristici bassorilievi, tra cui una piccola faccia e un serpente, una cinghia a rappresentare, nella simbologia cristiana, l’immortalità dell’anima, uccelli e foglie nei capitelli in pietra lavica e un Cristo che sconfigge i popoli pagani. In una piccola cripta, posta sotto l’arca dell’altare maggiore, furono rinvenuti (nel 1614) i resti dei corpi dei santi Simplicio, Rosula, Diocleziano e Fiorenzio. Tuttora risiedono ai piedi dell’altare. Sin dall’epoca punica fino al Medioevo, dove oggi sorgono chiesa e piazza circostante, era presente una necropoli romana, divenuta poi cristiana, dove furono sepolti i martiri olbiesi. Tutta l’area nasconde circa 450 tombe. Al loro interno sono stati rinvenuti anche numerosi reperti: ceramiche, monete, gioielli e vetri, esposti al museo archeologico di Olbia, dove potrai proseguire la tua visita culturale alla città.
Monte Olia
È una delle foreste ‘storiche’ del demanio regionale, ospita un’accogliente area per picnic e attività outdoor e dal suo punto più alto ammirerai un panorama indimenticabile. La foresta di Monte Olia si estende tra i territori di Monti e Berchidda, ricoprendo una superficie di 2236 ettari. ‘Poggia’ su un substrato di rocce granitiche ed è composta prevalentemente da boschi di leccio, ai quali si aggiungono varie specie di conifere – quali pini domestici, neri e d’Aleppo -, roverelle e giovani sugherete, specie nelle aree di rimboschimento. Osserverai anche numerose piante di corbezzolo, erica, cisto e lavanda.
L’altitudine varia dai circa 350 metri a fondovalle alla quota massima di 811 metri, in corrispondenza della vedetta di Mesureris, raggiunta la quale ammirerai un panorama spettacolare che ti consentirà di scorgere, in direzione nord-est, la vallata di Olbia fino alla costa e all’isola di Tavolara, a nord-ovest il massiccio del Limbara e a ovest il lago Coghinas. Anche la fauna che abita la foresta è varia: è popolata da caprioli, cervi, cinghiali e mufloni e vi trova rifugio un raro endemismo, la lucertola di Bedriaga, considerata l’esemplare di lucertola più agile e veloce tra quelli noti in Italia. Sopra gli alberi volteggiano aquila e nibbio reali, mentre i corsi d’acqua ospitano le trote di Sardegna e di torrente. A proposito di acqua, in località sa Toa troverai un laghetto naturale, oltre ad un’area attrezzata per picnic e per campeggi durante l’estate. Da qui partono vari sentieri di hiking e trekking che conducono a esplorare i dintorni della foresta, specie in direzione del rio s’Eleme, che a sud delimita il confine tra Monte Olia e la foresta di Bolostiu. Un’altra tappa imperdibile è la piscina naturale di s’Elighe, in località Lada Pilosa: è circondata da folta vegetazione, in mezzo alla quale spuntano pinnettas e casette di legno.
Da queste parti talvolta rombano i motori: Monte Olia è periodicamente teatro di prove speciali del Rally Italia Sardegna. Il territorio vicino è terra d’elezione del vermentino, che qui vanta la denominazione di origine controllata e garantita. Monti ne è uno dei principali centri di produzione e ad agosto gli dedica una celebre sagra, durante la quale potrai assaporare i prelibati piatti locali. La storia della viticoltura sarda è raccontata nelle sale del museo del vino, a Berchidda. Il paese, inerpicato sulle pendici meridionali del Limbara, è famoso anche per essere una delle ‘capitali’ della musica jazz in Sardegna, grazie al festival Time in Jazz, in scena dal 1988.