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Marina di Tertenia

Sabbia chiara, finissima e morbida, acque limpide e di color azzurro cangiante, contrasti di luce creati dai riflessi del sole. Tra monte Ferru, ricco di boschi e sentieri, e Quirra si distende la Marina di Tertenia, distante circa dieci chilometri dal centro principale dell’Ogliastra meridionale. Si estende per dodici chilometri, composta da splendide spiagge sabbiose, intervallate da coste rocciose, tra cui spiccano Foxi Manna (foce grande) e Melisenda nota come Foxi Murdegu, entrambe con numerosi servizi: noleggio attrezzatura balneare e natanti, campeggio e alberghi, bar e ristoranti, ampio parcheggio, adatto anche ai camper. A ridosso del litorale colline con lussureggiante macchia mediterranea.

I due ‘gioielli’ costieri di Tertenia sono separate da un promontorio sormontato dalla torre di san Giovanni Sarrala, costruita a inizio XVIII secolo per avvistare i nemici, poi trasformata in bunker nella seconda guerra mondiale. Al di sotto della torre potrai raggiungere una piccola spiaggetta detta Sarrala, di ciottoli e poca sabbia chiara. Qui sorgeva il paesino originario omonimo, che deriverebbe dalla città romana di Saralapis. Tra fine XIX e inizio XX secolo l’area fu coinvolta nell’attività estrattiva di minerali trasportati al porto di Santoru, a sud della marina.

Foxi Murdegu si trova subito dopo la spiaggia di Coccorrocci (Gairo sant’Elena): è lunga un chilometro e 700 metri e si presenta con un mix di sabbia chiara e ciottoli. Le sue acque sono trasparenti e di un azzurro cangiante. Attorno il verde mediterraneo cinge la spiaggia. Accanto, a nord, c’è l’arco di ciottoli grigi e rosa e sabbia a grana grossa di Foxi de Lioni. A sud è separata dall’isolata spiaggia di su Prettu. Foxi Manna, ai piedi del bellissimo monte Cartucceddu, è meno lunga, circa un chilometro di sabbia bianchissima e sottile, fine e morbida. Un paradiso dal fascino incontaminato con fondale basso e delimitato da scogli, ideale per snorkeling e pesca subacquea. L’acqua è limpida, azzurra e turchese. L’arenile non è mai affollato grazie alla sua estensione, neanche in alta stagione. Domina la sua baia il nuraghe Aleri, il principale di ben 80 nuraghi di Tertenia (oltre a una trentina di tombe di Giganti, circa venti villaggi nuragici e un pozzo sacro). Altri tre arenili terteniesi sono Abba Urci, ciottoli rosa e grigi che si immergono in acque trasparenti e brillanti, Tesonis, nota anche come spiaggia di Sferracavallo, e Barisoni, entrambe con sabbia dorata grossa e ciottoli. Oltre le spiagge, Tertenia ha una miriade di attrazioni naturali, specie le foreste di lecci di Crabiolu, Fustiragili e Bingionniga incastonate in affascinanti paesaggi tra mare e rilievi (il monte Ferru, il monte Arbu e il Taccu mannu). Attorno lo scenario suggestivo del rio Quirra e dei suoi affluenti e campi coltivati a vigneti di cannonau.

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Cala Luna

Una delle meraviglie del golfo di Orosei e di tutto il Mediterraneo, scelta come set per un cult del cinema italiano. Cala Luna è un’insenatura intagliata tra le falesie con al centro un’abbagliante ‘striscia’ di 800 metri di sabbia finissima e dorata che s’immerge nel mare limpido dalle tonalità azzurre. Il suo fondale, basso nei primi metri, diventa rapidamente profondo, apprezzato da appassionati di snorkeling, immersioni e pesca subacquea. La cala dai tratti polinesiani sorge nella foce del rio Illune, torrente che per millenni ha scavato un lungo canyon, la codula di Luna. L’acqua scorre lungo la gola per chilometri e alimenta un laghetto alle spalle della spiaggia, contornato da un boschetto di oleandri e macchia mediterranea. La foce segna il confine tra i territori di Baunei, in Ogliastra, e di Dorgali, nella Barbagia di Nuoro, Comuni che si ‘spartiscono’ il vanto di tale bellezza della natura.

La cala è protetta da ripide pareti rocciose a picco sul mare, alte 300 metri e chiodate in alcuni punti, meta di numerosi climber. A sud fa da cornice alla spiaggia punta su Masongiu, a nord le falesie sono punteggiate da cinque ampie grotte: all’interno, oltre che godere dell’ombra nelle ore più calde, vedrai il mare racchiuso in un’ampolla. Ristoro offrono anche chiosco e bar-ristorante immersi nel bosco dietro al laghetto. Il nome ‘Elune’ (in nuorese) è l’appellativo datole dai pastori che ci arrivavano a piedi da Baunei: otto ore di camminata! Come andare sulla Luna. Il suo fascino selvaggio convinse Lina Wertmuller a farne lo scenario di ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto’ (1974), film di successo con Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. È stata scenografia anche del più recente remake con la star Madonna (Swept Away, 2002) e de ‘Il signor Robinson, mostruosa storia d’amore e d’avventure’ (1976), interpretato da Paolo Villaggio.

Se ami il trekking, potrai arrivare in spiaggia da un sentiero che parte dalla deliziosa Cala Fuili, raggiungibile in auto o in bici dal borgo costiero di Cala Gonone, ultima caletta prima che la strada s’interrompa. Il percorso di un’ora e mezza si sviluppa con saliscendi lungo costa. L’alternativa (per i più allenati) è svoltare al km 172 della statale 125: dieci chilometri in auto lungo una stretta strada fino a Telettotes e da qui altri dieci a piedi percorrendo la codula di Luna. Una terza via è la carrareccia da imboccare all’altezza del monte Malopès: otto chilometri in auto, poi un ripido sentiero sino alla codula a due chilometri dalla spiaggia. Più comodamente raggiungerai il ‘paradiso terrestre’ via mare, con imbarcazioni private, gommoni a noleggio o battelli che partono dai porti di Arbatax, Santa Maria Navarrese e Cala Gonone, il più vicino: dista cinque chilometri di scogliere, dove si aprono cavità che fanno parte del sistema carsico più vasto d’Italia, dentro le ‘viscere’ del Gennargentu. Le più famose sono le grotte del Bue Marino, spettacolo della natura con miriadi di stalattiti, stalagmiti, laghetti e spiaggette. Un tempo habitat della foca monaca, sono un ‘abbraccio’ fra mare e montagne: i suoi maestosi ingressi distano tre chilometri da Cala Luna. Proseguendo la minicrociera, a sud, nel territorio di Baunei, scoprirai altre ‘perle’ di uno dei tratti più suggestivi del Mediterraneo. La prima è Cala Sisine, piccola baia turchese che s’affaccia tra falesie alte 500 metri alla fine di una codula, percorribile con un lungo trekking. Poco distante si apre la grotta del Miracolo, il cui nome suggerisce che prodigio sia. A metà del golfo splende la bellissima Cala Biriola, raggiungibile anche con un impegnativo percorso attraverso il Supramonte, partendo dall’altopiano del Golgo. Se opti per la barca, poco prima immergiti nelle piscine di Venere. Segue la splendida Cala Mariolu, celebre per i sassolini tondi, misti a sabbia, simili a fiocchi di neve. La falesia circostante la rende accessibile solo con un trekking per esperti. Punta 'Ispuligi' la separa dall’incantevole Cala dei Gabbiani, suo naturale proseguo meridionale. Quasi al confine tra i golfi di Orosei e Arbatax troverai suggestiva grotta del Fico e il magico monumento di Cala Goloritzé, insenatura che s’inserisce armoniosamente nella costa calcarea, dove spiccano guglia di monte Caroddi e sa Perda Longa.

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Oasi di su Barone

Un’ampia distesa sabbiosa di circa quattro chilometri s’immerge nel mare scintillante, affiancata per tutta la sua lunghezza da una pineta che sta a ridosso delle sue dune e la separa da un’area lagunare, abitata da uccelli acquatici rari. L’oasi di su Barone, divenuta di recente ‘luogo del cuore’ del Fai - Fondo per l’ambiente italiano -, si distende a sud della Marina di Orosei ed è uno dei tratti più lunghi del territorio costiero oroseino. L’arenile fa parte di un ampio e affascinante compendio territoriale, le cui biodiversità floro-faunistiche sono tutelate come sito di importanza comunitaria (Sic), che comprende lo stagno retrodunale di su Petrosu, passa per la foce del fiume Cedrino e giunge fino alla confinante spiaggia di Osalla. Nella grande oasi incontaminata potrai prenotare escursioni a cavallo oppure percorrere a piedi o in mountain bike i sentieri segnalati. Mentre potrai perlustrare le altre cale del golfo con charter o affittando un gommone.

L’arenile è di sabbia dorata, granitica ma soffice, con grani medi misti a conchiglie, il mare è brillante e trasparente, dalle tonalità cangianti, dall’azzurro al verde smeraldo, il fondale è sabbioso e subito profondo, ideale per appassionati di wakeboard, wind e kite surf, che prediligono questa spiaggia perché parecchio esposta ai venti. Inoltre, è facile da raggiungere, a pochi minuti dal paese, procedendo lungo ‘via del mare’ in direzione della Marina. Dopo due chilometri e mezzo di strada giungerai al parcheggio, che si trova all’interno della folta pineta, perfetta anche per i pic-nic e il ristoro nelle ore più calde della giornata. Superato a piedi un pontile, giungerai sull’arenile, così lungo e largo, che regala ampi spazi a chiunque, un vero paradiso per amanti del relax, anche ad agosto.

Su Barone è adatta a chi vuole godersi la spiaggia libera, ma non mancano i servizi, uno stabilimento balneare dove noleggiare lettini e ombrelloni e chioschi bar. La apprezzano anche le famiglie, anche per un parco avventura dentro la pineta, in armonia con l’ambiente circostante, dove bambini e i ragazzini possono giocare in sicurezza. Alle spalle della pineta si estende l’area lacustre generata dal Cedrino e comprendente lo stagno di su Petrosu - Avalè. Gli aironi cinerini sono i padroni di casa, ma non solo, troverai cormorani, folaghe, gabbiani, gallinelle d’acqua, garzette, ai quali periodicamente si aggiungono anatre, cavalieri d’Italia e fenicotteri rosa. Le acque salmastre sono vivaio di varie specie ittiche (anguille, mormore, muggini, orate, sogliole, spigole) e vi sono allevati mitili e molluschi.

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Stazione dell'Arte

Una splendida esposizione nell’ex stazione ferroviaria di Ulassai, centro montano dell’Ogliastra, dove nacque il genio di Maria Lai. Un museo sui generis che si affaccia su una valle circondata da Tacchi calcarei, a pochi passi dal paese, dove è custodita un’ampia collezione (150 opere) della grande artista morta nel 2013: ceramiche, libri cuciti, telai, tele e terrecotte donate al paese dalla sua figlia più illustre, che ispirandosi alle sue origini ha creato un’infinità di forme che l’hanno resa famosa nel mondo. Nato nel 2006, a lei intitolato e ribattezzato Stazione dell’Arte, il museo occupa tre caseggiati restaurati, dove sino al 1956 si arrampicavano i treni sulla linea Gairo-Jerzu. Ora è punto di arrivo di un percorso creativo di artista e suo paese natìo, iniziato con ‘Legarsi alla montagna’ (1981), quando case ulassesi e montagne attorno furono unite con un nastro celeste lungo dieci chilometri. Questo ed eventi successivi rendono Ulassai un museo a cielo aperto.

Le opere sono esposte alternativamente in base a motivi tematici. Si parte dal caseggiato che ospitava sala d’attesa e casa del capo stazione: al piano terra, su pareti bianche, spiccano i colori accesi dei velluti delle Geografie astrali, la tela jeans che descrive l’universo di Terra e Cielo e gli aghi con fili sospesi, infilati nelle tele, che invitano a reinterpretare l’infinito. I piani superiori sono dedicati a personalità influenti sulla Lai: Giuseppe Dessì, Salvatore Cambosu e Arturo Martini. Ti affascineranno il libro cucito che racconta la fiaba del dio distratto e delle janas che insegnarono alle donne nuragiche a filare i tessuti, la terracotta di Maria Pietra, la Scultura che respira e le Pietre quotidiane. L’ex rimessa dei treni accoglie, al pianterreno, l’Invito a tavola, simbolo di cultura come cibo di anima e mente. Al primo piano c’è In sa mat’e s’olia, un filo di ottone che si aggroviglia all'infinito, ispirato da Garçia Lorca. Nel piazzale si erge Fiabe intrecciate, omaggio ad Antonio Gramsci.

Potrai unire alla visita alla Stazione dell’Arte quella al centro di Ulassai, dove ammirare sculture della Lai e di altri artisti, e l’escursione alle grotte su Marmuri, tra le più estese d’Europa, dove stalattiti e stalagmiti sono ancora in costante crescita.

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Porto Frailis

Un’incantevole caletta ad arco a sud di capo Bellavista, fatta di sabbia sottile di un colore tra l’argento e il dorato, incastonata tra scogli granitici levigati e quasi piatti, su cui si infrangono acque cristalline e trasparenti di un colore azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole. Porto Frailis è una piccola – circa 200 metri di arenile - e bella spiaggia ad appena un chilometro da Arbatax, il porto di Tortolì, riservata, protetta dai venti e sorvegliata dalla torre di san Gemiliano. La limpidezza del mare, sostenibilità e servizi adeguati intorno le sono molto spesso valse il riconoscimento della Bandiera Blu della Fee (Foundation for environmental education).

I fondali sabbiosi, con qualche tratto ciottoloso, digradano dolcemente verso il largo, contribuendo, insieme al verde mediterraneo che ricopre i promontori attorno, alla sensazione di tranquillità e relax di questo piccolo angolo di paradiso dell’Ogliastra. Non manca il divertimento per gli amanti degli sport acquatici, tra cui windsurf e canoa. In spiaggia potrai noleggiare attrezzatura balneare, pedalò e moto d’acqua. Nelle vicinanze troverai strutture ricettive, tra cui hotel e campeggi ben attrezzati, ristoranti e locali notturni.

Porto Frailis è una delle tante perle della costa di Tortolì. La spiaggia più vicina, dalla parte opposta di capo Bellavista, è Cala Moresca, praticamente all’interno dell’abitato di Arbatax, protetta dalle celebri Rocce Rosse, composta anch’esse da rocce di porfido rosso, miscelate a quelle granitiche, fino a formare un insieme di colori omogenei. Deve nome alle incursioni dei pirati saraceni (is morus). Poco fuori dalla cittadina ogliastrina una serie di splendide spiagge a iniziare dal Lido di Orrì, sedici chilometri di litorale fatto di insenature e spiaggette deserte, tra cui Cala Ginepro. Proseguendo con la spiaggia di san Gemiliano. Poi troverai la sabbia bianca e morbida, gli scogli levigati e le sfumature smeraldine di Cea, lunga oltre un chilometro, per tre quarti nel territorio di Tortolì e un quarto in quello di Barisardo. A 300 metri dalla riva, spuntano due faraglioni alti venti metri: is Scoglius Arrubius, il simbolo di Cea, raggiungibili a nuoto o in pattino.

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Sa Domu de s'Olia

Non è un caso che lo ospiti un frantoio posizionato al centro del paese, quasi a simboleggiarne il fulcro. Il museo etnografico sa Domu de s’Olia di Loceri custodisce attrezzi e oggetti legati alle tradizionali attività agricole e artigianali del centro ogliastrino, tra le quali da sempre occupa una posizione di rilievo l’olivicoltura. L'esposizione ‘racconta’ la vita lavorativa e domestica del contadino: al piano inferiore ammirerai la mola, costruita in granito, con vasca circolare e ruota verticale, un tempo azionata dal movimento di un asino bendato. Osserverai anche attrezzi usati per il lavoro nei campi e per l’allevamento del bestiame, oltre agli strumenti per produrre pane, formaggio e vino, nonché oggetti a uso dei maistos artigiani: falegname, fabbro e ramaio. In mostra anche sa sarreta per la decorazione del pane e su ferru de prancia, il ferro da stiro a carbone.

Nei piani superiori entrerai nella quotidianità casalinga di una famiglia contadina, con arredi e oggetti di uso domestico e ricostruzioni delle camere da letto e dell’angolo dei giochi. Qui ammirerai una collezione di giocattoli e alcuni piccoli strumenti musicali tradizionali a fiato, ricavati dalle canne, come sa furrietta e su sulittu, ossia lo zufolo. Un’altra sezione mette in mostra gli abiti tradizionali di Loceri, sia maschili che femminili, sia ‘di tutti i giorni’ che riservati a feste e momenti speciali della vita.

Sa Domu de s’Olia non è l’unico ex frantoio recuperato in paese: a poca distanza, vicino alla parrocchiale di San Pietro apostolo, ce n’è un secondo adibito a museo Vecchi Frantoi, che spesso accoglie mostre temporanee ed eventi culturali. A proposito di eventi, a maggio e a ottobre si festeggia San Bachisio, con una processione accompagnata dal suono delle launeddas e da canti de is cocciusu, dalla parrocchiale alla chiesetta campestre dedicata al santo e ritorno.

Il paesaggio attorno al paese si caratterizza per l’unione di montagna e mare: spiccano le vette di Monte Cuccu e Monte Marè, più a sud spuntano le creste del Monte Ferru, mentre a est si apre una valle che porta dritti alle incantevoli spiagge di Cea – con gli imperdibili faraglioni rossi chiamati is Scoglius Arrubius -, e, in territorio di Bari Sardo, la spiaggia della Torre di Barì.

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Isolotto d'Ogliastra

Vi sono state rinvenute antiche monete arabe e una cassetta con un manoscritto. Secondo un’antica leggenda i pirati saraceni avrebbero nascosto qui un tesoro. In realtà, per tutta la seconda metà del XIX secolo l’isolotto stesso è stato un tesoro, nel senso di punto cruciale per la navigazione e valido riparo per naviganti e pescatori sorpresi da mareggiate violente.

È comunemente chiamato Isolotto d’Ogliastra, in realtà è un piccolo arcipelago di tre grandi scogli principali di granito rosa e porfido rosso e vari altri scogli minori a fior d’acqua, davanti alla spiaggia di Lotzorai, del cui territorio fa parte. L’isolotto maggiore è esteso oltre 10 ettari e dista poco più di un chilometro dalla costa. Lo potrai visitare in canoa o in pedalò nelle giornate più calme o con imbarcazioni, private o battelli da escursione guidata, partendo da Tortolì - Arbatax o da Santa Maria Navarrese. Porti turistici da cui potrai andare anche alla scoperta delle celebri cale ogliastrine (Cala Biriola, Cala Goloritzè, Cala Mariolu e Cala Sisine).

Se per le carte geografiche è poco più di uno scoglio, per tutti gli amanti della natura è un paradiso di mare limpido e cristallino, meta di diportisti, che trovano riparo in rada. Nelle numerose calette dell’isolotto vedrai rocce diventate sculture naturali, modellate da vento e onde. Sulla vetta, a circa 50 metri, è stata posta la statua della Madonna dell’Ogliastra, opera dello scultore Pinuccio Sciola. Da quel momento l’isolotto è diventato anche meta di fedeli e pellegrini: a fine luglio vi si celebra la festa della Madonna regina della pace.

L’entroterra è coperto da rigogliosa vegetazione mediterranea coi suoi inconfondibili profumi. È popolato da vari uccelli marini: berte, marangoni, gabbiani reali e corsi. Le sue acque, di un azzurro intenso su fondale roccioso, sono meta ideale per appassionati di snorkeling. Terminata la giornata al mare, tra spiaggia di Lotzorai e isolotto, inizia l’escursione storico-archeologica: non perdere occasione per visitare il castello della Medusa, costruito in epoca medievale sui resti di una più antica costruzione punica, varie domus de Janas, scavate nella roccia nella zona di Funde ‘e monti e l’imperdibile nuraghe Orzudeni.

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Cala e spiaggia di Osalla

Una spettacolare e confortevole meta di vacanza che si affaccia sulla parte settentrionale del golfo di Orosei. Osalla è una deliziosa cala con una spiaggetta incontaminata e immersa nel verde, nel territorio di Dorgali, nonché una grande spiaggia adiacente nel territorio di Orosei, situata alla foce del Cedrino, che alle sue spalle forma uno stagno frequentato da numerosi uccelli acquatici. A separarle c’è un piccolo promontorio, che non le differenzia particolarmente: entrambe sono magnifiche, soltanto che nel territorio di Orosei le acque sono subito profonde, con una secca a 30 metri dal bagnasciuga.

La cala di Osalla è separata dallo ‘spiaggione’ omonimo da uno sperone roccioso, facilmente superabile a piedi, dove è stato realizzato un porticciolo di approdo per imbarcazioni turistiche e di pescatori. La sabbia è abbastanza fine e il fondale basso, adatto a famiglie e ai giochi dei bambini ma anche chi ama lo snorkeling.

La spiaggia di Osalla è una lunga (quasi cinque chilometri) distesa di sabbia, dorata e sottile, protetta e delimitata da scogliere scure, che offre una solitaria e particolare suggestione. A ridosso c’è una bella pineta, ideale per il relax pomeridiano, mentre parallelo alla spiaggia, scorre il rio Osalla, superabile attraverso ponticelli. Le sue acque sono trasparenti e di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. Un ulteriore gioco di colori è offerto dal verde della fitta e affascinante macchia mediterranea che fa da contorno. Il fondale è un po’ più alto, meta di surfisti e sub.

Nelle vicinanze delle cale si trova ampio parcheggio, strutture ricettive e punti di ristoro, oltre che servizi di noleggio di attrezzature balneari. Osalla è facilmente raggiungibile da Dorgali passando vicino alla famosa grotta di Ispinigoli, che merita assolutamente una sosta prima di un tuffo e distano circa quattro chilometri dal mare. Mentre da Orosei, si va in direzione sud, passando per su Petrosu.

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Ziu Martine

Bianche pareti calcaree ne incorniciano i fianchi, creando una curiosa contrapposizione di colori con gli scuri scogli basaltici affioranti. Così nell’arenile, alla sabbia chiara si mischiano ciottoli levigati neri, mentre di fronte si apre il mare color smeraldo. Ziu Martine è la spiaggia dei piacevoli contrasti, a poco più di tre chilometri da Cala Gonone, borgata marinara di Dorgali. Potrai percorrerli in auto oppure a piedi: il panoramico viale del Bue Marino offre bellissimi scorci sul golfo di Orosei. Dalla strada, un sentiero sterrato tra la macchia – dove verdeggiano ginepri, mirti e lentischi -, ti condurrà a una breve scalinata, al termine della quale la spiaggia ti apparirà nel suo incanto.

L’arenile si estende per circa 300 metri, metà dei quali occupati da affioramenti rocciosi. Il fondale è trasparente e ciottoloso, non a caso Ziu Martine è una delle mete più gettonate del golfo per immersioni e snorkeling, grazie anche a ricchezza e varietà della fauna marina che popola le numerose cavità sommerse nascoste tra le scogliere. Mai eccessivamente affollata, farà al tuo caso se desideri goderti il mare in pieno relax, ma offre anche tante opzioni per esperienze all’insegna dell’avventura: oltre a nuoto, pesca sportiva e diving, potrai raggiungerla via mare in kayak. Il costone di roccia frastagliata che protegge la spiaggia alle spalle, oltre a ripararla dal maestrale e dal ponente, è parete prediletta da professionisti e appassionati di free climbing.

Ziu Martine ricade nel parco nazionale del golfo di Orosei e del Gennargentu, area protetta che copre 74 mila ettari e che custodisce tanti tesori naturalistici. Il tratto costiero fino a Baunei, ospita anfratti, come le celebri grotte del Bue Marino, e calette selvagge. Cala Fuili è l’ultima spiaggia raggiungibile dalla panoramica proveniente dal borgo di Cala Gonone – poche centinaia di metri dopo Ziu Martine - e si caratterizza per il fondale basso e acque straordinariamente trasparenti. Cala Luna fu più volte scelta come set cinematografico, e assieme a Cala Biriola, Cala Mariolu e Cala Goloritzé fa parte delle ‘perle’ del Golfo, raggiungibili attraverso percorsi di trekking o più comodamente dal mare. Sono caratterizzate da contorni aspri e rocciosi e da colori e trasparenze quasi irreali, impossibili da dimenticare. Tra le attrazioni dell’entroterra del parco, da non perdere la sorgente carsica di su Gologone, il canyon di su Gorropu, i monumenti naturali di Perdae Liana, Pedra Longa e su Texile, il villaggio nuragico di Tiscali, oltre a rilievi e foreste del Gennargentu.

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Baunei

Un paese “aggrappato con precipitosa pendenza sul costone calcareo di monte Santo - come scrisse lo storico Vittorio Angius - isolato nell’isolata Ogliastra”. La posizione panoramica, a dominio della vallata sottostante, rende più credibile il racconto popolare sulla sua fondazione: un capraro diede vita a Baunei sul rilievo roccioso, a quasi 500 metri d’altezza, per sfuggire al tentativo di invasione araba, nel 1015. Al centro del ‘ripido’ paese, oggi popolato da tremila e 600 abitanti, spicca la parrocchiale di san Nicola di Bari, il cui impianto seicentesco è stato rimaneggiato nel XX secolo. Attorno all’abitato si estende il Supramonte di Baunei, patria dell’escursionismo, con sentieri di trekking, che vanno dalla montagna al mare, e pareti verticali paradiso dell’arrampicata sportiva. In particolare lungo il canalone che conduce al monumento naturale Pedra Longa, un pinnacolo aguzzo, alto 128 metri, a strapiombo sul mare. Otto chilometri di spettacolari tornanti ti accompagneranno dall’abitato nel cuore dell’ampio e silenzioso altopiano del Golgo, ricoperto da una colata di lava basaltica scura, risaltante nel contesto biancastro delle circostanti rocce calcaree. Da lassù, a quota 630 metri, godrai di una vista mozzafiato, dal Gennargentu al golfo di Orosei. Qui è stata attrezzata una rampa di lancio per il parapendio. L’altopiano è famoso per su Sterru, altro monumento naturale, la voragine carsica a campata unica più profonda d’Europa. L’abisso (-270 metri) è denso di misteriose leggende: si diceva fosse tana di un serpente, la cui minaccia fu sventata con la costruzione della vicina chiesa di san Pietro, celebrato a fine giugno, insieme alla sagra della carne di capra.

Falesie e bastioni calcarei a strapiombo su acque profonde dalle tonalità cangianti, interrotti qua e là da cale di ciottolini e solcati da codule e canyon che arrivano fino al mare formando spiagge di sabbia morbida e bianca. Ecco i tratti distintivi del litorale di Baunei, 40 chilometri lungo la parte meridionale del golfo, uno dei tratti più selvaggi e suggestivi del Mediterraneo. Sulla costa si adagia la frazione di Santa Maria Navarrese, di fronte all’isolotto d’Ogliastra. Una leggenda lega frazione costiera a una principessa spagnola, cacciata o fuggita dalla Navarra: la giovane nel 1052 trovò riparo da una tempesta in una baia, dove, all’ombra di millenari olivastri, come ringraziamento per lo scampato pericolo, fece costruire una chiesetta bianca. Attorno sorse il paesino incantato sul mare, oggi uno dei centri turistici più amati della costa orientale. Dal suo moderno porto raggiungerai le spiagge-simbolo ogliastrine. Le acque trasparenti e turchesi di Cala Goloritzè, monumento nazionale, sgorgano da sorgenti sottomarine, tra rocce di marmo modellate dal tempo e lussureggiante vegetazione. Sormontata da una grandiosa guglia, è patria di appassionati di climbing. Potrai raggiungere Cala Biriola anche attraverso un lungo trekking: si dischiude alla fine di un bosco di lecci e ginepri. Se scegli barca o gommone, prima di arrivarci immergiti nelle piscine di Venere. Cala Mariolu e la sua ‘sorella minore’ Cala dei Gabbiani, protette da una falesia di 500 metri, colpiscono per le tonalità blu, verde smeraldo e azzurre del mare e per i sassolini tondi, bianchi e rosa, misti alla sabbia, simili a fiocchi di neve. Cala Sisine compare alla fine di un antico letto di fiume ricoperto da alberi secolari: una delle località di mare più belle ha un singolare aspetto di montagna. Infine lo scenario da film di Cala Luna – a metà col territorio di Dorgali – dai suoi crateri calcarei sembra di vedere il mare racchiuso in un’ampolla. Il Supramonte cela anche un mondo sotterraneo segnato dal lavorio paziente dell’acqua, profonde gallerie con curiose stalattiti e stalagmiti si affacciano con aperture sul mare. Luoghi fermi a 800 mila anni fa, come la grotta del Fico e un altro prodigio della natura, la grotta del Miracolo. Dentro capirai il motivo del nome. Lo splendido patrimonio naturalistico è habitat di specie rare e museo archeologico a cielo aperto. A Cala Luna, nella grotta su Marinaiu, sono state trovate tracce dei primi insediamenti risalenti all’Eneolitico. Le testimonianze più significative sono della civiltà nuragica, specie negli altopiani di Margine e di Golgo, dove sono stati ritrovati famosi bronzetti, esposti nel museo archeologico di Cagliari.