Chiesa, cortile recintato e alloggi per gli eremiti – noti come ‘romitorio’ - appartenevano a un ordine monastico, come confermato da fonti medioevali, ma non si sa con certezza quale. Inoltre, anche la data incisa in un concio della facciata è oggetto di dibattito. Bastano questi due elementi per descrivere l’alone di fascino e mistero che circonda la chiesa di Santa Maria di Cea, situata in una valle a sei chilometri da Banari. L’area fu un importante centro di produzione vinicola in età romana, per poi venire abbandonata per dieci secoli. Le fonti, infatti, menzionano il villaggio Seve e il priorato di Santa Maria come esistenti nel XII secolo. Si è comunemente pensato che il convento appartenesse ai vallombrosiani; in realtà, nessun documento medioevale lo menziona tra i possedimenti dell’ordine benedettino. L’associazione inizia a comparire dal XVI secolo, quando il monastero fu unito a quello di San Michele di Salvennor, riprendendo ‘vita’ dopo secoli di abbandono.