Vista dall’esterno, è una bella chiesa del tardo XV secolo, con i suoi colori, il grigio dei conci in facciata e il giallo dell'intonaco, che si integrano piacevolmente con le facciate delle case del centro storico di Tuili e col paesaggio ai piedi del parco della Giara. Ma è all’interno che la chiesa di san Pietro rivela il suo tesoro, il maestoso retablo, la pala d’altare opera del Maestro di Castelsardo. Sull’artista, in realtà, non si hanno notizie certe, si ipotizza provenisse da Barcellona e operasse principalmente nell’allora Castel Aragonese, l’odierna Castelsardo. L’opera fu commissionata dai feudatari di Tuili, i Santa Cruz, ed eseguita a fine XV secolo. La potrai ammirare nella prima cappella a destra dell’ingresso, dedicata alla Madonna del Carmine: è alta cinque metri e mezzo e larga tre metri e mezzo, lo schema decorativo è classico delle pale d’altare, la Madonna con bambino nello scomparto centrale in basso e la Crocifissione in alto. Ai lati, immagini di santi mentre nella predella sono rappresentati episodi della vita di san Pietro.
Il capolavoro del maestro di Castelsardo non è l’unico vanto di San Pietro di Tuili, che ospita anche un prezioso organo settecentesco e un altro retablo, dedicato alla Pentecoste e collocato nella cappella omonima. È una delle sei cappelle laterali, per lato, che affiancano l’unica navata della chiesa. Le cappelle sono tutte voltate a botte, tranne la terza di sinistra, che esibisce una volta a crociera ed è forse l’unico vano superstite dell’originale impianto gotico-catalano dell’edificio di culto. La facciata è composta da filari di conci squadrati, con una finestra centinata in asse col portale e un coronamento con motivi a spirale che chiude in alto il prospetto. Ai lati noterai i contrafforti e, addossato al lato sinistro, il campanile a canna quadrata, diviso in quattro ordini separati da cornici, l’ultimo a pianta ottagonale.
Passeggiando attorno alla chiesa, nel centro storico, ammirerai i numerosi portali tipici delle case campidanesi. E proseguendo il tour culturale, visiterai i musei dell’olio e dell’olivo, ospitati nelle eleganti villa Asquer e villa Pitzalis, realizzate in stile neoclassico. In periferia sorge la chiesa di sant’Antonio abate, in stile spagnolo coloniale, attorno alla quale sopravvivono alcune cumbessias – alloggi che ospitano i fedeli durante la novena -, e la cui festa è la più sentita del paese. Da Tuili potrai partire alla scoperta della Giara: all’interno del parco, tra boschi di lecci, ulivi secolari e is paulis – stagni stagionali - potrai osservare lepri, volpi e rapaci, oltre ai famosi padroni di casa, i cavallini della Giara.