Il suo abitato si eleva sull’altopiano di Campeda, a metà strada circa tra Macomer, da cui dista 12 chilometri, e Bosa, da cui ne dista 17. Sindia è un paese di mille e 700 abitanti, basato essenzialmente sull’allevamento. Sin dall’Antichità è stato ‘crocevia’ strategico tra Planargia, cui appartiene, Marghine e Montiferru, come testimoniano varie vestigia romane, specie tratti di strade secondarie e ruderi dei ponti di Oinu e sul riu Carrabusu. Resti ceramiche e sepolture romane furono rinvenute anche in tre - sa Mandra, Sant’Arvara e Corizanas - dei circa 40 nuraghi del territorio. Immerso tra pascoli e boschi di sugherete, ammirerai il monumentale nuraghe Santa Barbara. La maggiore testimonianza della civiltà nuragica è la tomba di Giganti di Furrighesu, risalente a un’età compresa tra Bronzo medio e recente: ne osserverai quasi intatti corridoio e camera funeraria e parte dell’esedra. Vicino sorgono il nuraghe omonimo e un dolmen. Nel giardino di un palazzo nobiliare ottocentesco, casa Virdis, sorge il nuraghe omonimo, noto anche come Gianbasile. Probabile che attorno ad esso e alle zone di Coa pira e Maraseche, sorse il primo abitato di Sindia, costituito da pinnettas (tradizionali abitazioni a cono dei pastori).