Fu portato alla luce negli anni Trenta del XX secolo, durante la ricerca di una fonte d’acqua. Non a caso il pozzo sacro sa Testa era luogo prescelto dalla civiltà nuragiche che abitavano il territorio gallurese per onorare le divinità delle acque. Oggi rappresenta un’attrazione di grande richiamo per gli appassionati di archeologia e, in particolare, della cultura nuragica. L’antico santuario, databile tra XV e XIII secolo a.C., si erge all’uscita dal centro abitato di Olbia e presenta una struttura lunga poco meno di diciotto metri, realizzata in granito, trachite e scisto, tagliati in blocchi accuratamente lavorati. La pianta esterna richiama la figura di una serratura a simboleggiare una porta tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La struttura è composta da un cortile circolare, un vestibolo, un piccolo ambiente di raccordo tra cortile e pozzo e dai gradini che conducono al pozzo vero e proprio.