Al principio della strada che porta alle pendici del monte Ortobene, in viale Ciusa, è troverai la chiesa della Solitudine, che dal 1959 accoglie le spoglie di Grazia Deledda. La chiesa, in origine seicentesca, fu ricostruita verso gli anni Cinquanta del XX secolo. Il portale, opera in bronzo dell’artista Eugenio Tavolara, raffigura la Madonna della Solitudine, circondata da immagini di valore simbolico. Lungo la strada è resterai in contemplazione del monte: “L'Ortobene – lo descrive la scrittrice - è (…) tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e duro e aspro e doloroso in noi”. Le pendici sono punteggiate da fonti, tra cui quella di Milianu. Salendo, in località Cuccuru Nigheddu, si erge la chiesetta seicentesca di Nostra Signora, con sas cumbessias che ospitavano i pellegrini durante la novena, festa descritta nei romanzi. Lungo la salita, incontrerai anche un ovile costruito sfruttando l’interno di sa Conca Manna, una grande roccia cava e un altro santuario seicentesco, Nostra Signora di Valverde, dove si celebra la festa a lei dedicata, raccontata in ‘Canne al vento’. Sulla punta più alta del monte spicca la statua in bronzo del Cristo Redentore. Dalla vetta ammirerai una scenografia, che va dal Gennargentu al golfo di Orosei.