Citato in lettere e studi del XIX secolo, l’Anfiteatro romano di Cagliari fu riscoperto nel Romanticismo, epoca di passione per le rovine di grandi civiltà. Ai primi scavi, affidati al canonico Giovanni Spano (1866-68), seguirono quelli condotti dall’archeologo Doro Levi (1937-38) abbinati al restauro del maestoso edificio.

Durante la prima età imperiale, a Carales sorsero quartieri, edifici pubblici e, tra fine I e inizio II secolo d.C., l’anfiteatro, costruito sulle pendici meridionali del colle di Buoncammino. In origine occupava più di mille metri quadri, aveva un perimetro di 120 metri e una facciata alta venti metri, abbellita da colonne e statue. Parte delle gradinate (cavea), l’arena, i corridoi e altri ambienti furono scavati nella roccia viva, il resto realizzato con blocchi di calcare bianco.