L’estro creativo di grandi artisti, tra cui due dei più importanti nomi del panorama culturale sardo, messo a disposizione per trasformare un luogo di ‘pubblica utilità’ in opera d’arte. Non a caso, la prima artista a voler dare nuova vita al lavatoio di Ulassai fu la personalità più illustre cui il paese diede i natali: Maria Lai, in collaborazione con i suoi compaesani. Più tardi, a rendere un ‘mini-museo’ il vecchio ambiente usato dalle donne per lavare la lana, intervennero anche Costantino Nivola, Guido Strazza e Luigi Veronesi. L’opera di Maria Lai sovrasta l’interno della struttura: è un telaio a soffitto, realizzato nel 1982. Una serie di corde si intreccia e si lega a tubi in ferro formando un telaio tradizionale. Dietro, spiccano i colori delle pareti del soffitto – nero, grigio e rosso – mentre nella parte laterale furono incassati tronchi d’albero nel muro.