Il territorio di Laconi, principale centro del Sarcidano, ha restituito una delle più alte concentrazioni di menhir dell’Isola, disseminati in aree distanti talvolta svariati chilometri. Una delle aree più prolifiche e significative si estende sul pendio di Conca Zerfaliu, rilievo poco distante dal centro abitato, in località Corte Noa. Qui si dispongono sette monoliti, noti in sardo perdas fittas (pietre conficcate), tutti posti in asse tranne uno scivolato a valle. Le loro altezze variano da un metro e venti centimetri sino a due metri e venti. Il loro aspetto è ‘protoantropomorfo’, ovvero dalle fattezze umane appena abbozzate. Le figurazioni sono scolpite a bassorilievo nella trachite con la tecnica della ‘martellina’, la loro origine incerta, così come il significato. Per questi menhir si è ipotizzata una datazione tra IV e III millennio a.C., oppure una prosecuzione dello stesso orizzonte religioso nella seconda metà del III millennio a.C. Probabilmente i monoliti rappresentavano figure sociali rilevanti nell’ambito delle genti prenuragiche, forse antenati, capi, guerrieri, eroi oppure divinità.