Il suo imponente profilo spicca in una vallata, dove quasi mille anni fa prosperavano chiese e monasteri, di cui restano ormai solo ruderi, custodendo storie, misteri e leggende popolari. La chiesa di San Michele di Salvenero si trova nelle campagne di Ploaghe, a tre chilometri dal centro abitato, in un’area dove in epoca giudicale esisteva il villaggio di Salvennor, abbandonato nel XVIII secolo. La costruzione del santuario risale a fine XI secolo per iniziativa del giudice di Torres Mariano I: risulta consegnato ai monaci dell’abbazia di Vallombrosa intorno al 1139. Grazie al potente ordine monastico, il complesso prosperò: possedeva terreni e godeva di importanti privilegi. Il successivo dominio aragonese costrinse i monaci ad abbandonare chiesa e monastero, che risultano già in rovina nel corso del XVI secolo. Mentre il santuario fu comunque restaurato a più riprese, il monastero e le chiese del circondario – di Sant’Antimo, di San Sebastiano e di San Nicola - furono abbandonate alla decadenza, punteggiando di ruderi sparsi il paesaggio rurale. Ciò che rimaneva del monastero fu demolito nel XIX secolo per realizzare infrastrutture stradali.