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Artigianato in mostra

L’essenza della Sardegna è nella trama di un filato, nei ricami di un tappeto e nelle fogge di un elegante abito tradizionale. Il suo spirito è ‘intrecciato’ da abili mani in una corbula di giunco o asfodelo, è incastonato in una maglia di filigrana, tecnica per eccellenza dell’oreficeria sarda. La luce dell’Isola risplende in una lama d’arresoja, nel riflesso di un manufatto in vetro o nel rosso intenso di una collana di corallo. Il suo fuoco arde nella forgia di un arredo in ferro battuto. La sua anima è dentro una scultura in pietra, simbolo arcaico di una terra millenaria. Conoscere la Sardegna è addentrarsi nella sua identità più profonda e autentica attraverso le tecniche di decorazione di una scivedda (recipiente in ceramica) e d’intaglio del legno di una cascia (cassapanca nuziale) e di maschere carnevalesche, è nella conciatura delle pelli per ricavarne calzature o selle. L’artigianato artistico, tradizionale e di design è anima vitale della Sardegna, componente culturale essenziale di un popolo che tramanda con fierezza conoscenze e competenze secolari.

Festa del Redentore, è tempo di fede e folklore

In Barbagia, terra di suggestiva bellezza, un tempo impenetrabile, oggi patria di ospitalità autentica, ogni anno, a fine agosto, decine di migliaia di persone sono coinvolte in un evento simbolo dell’Isola: la Sagra del Redentore di Nuoro. Nata come omaggio alla statua che dal 1901 sovrasta la città dal monte Ortobene, la festa ha assunto nel tempo anche (e sempre più) connotati folkloristici. Oggi la sua anima è doppia: due distinti momenti, uno dedicato alle celebrazioni religiose, l’altro alla spettacolare sfilata di gruppi in abiti tradizionali provenienti da tutta l’Isola. La sagra è simbolo dei molteplici volti della Barbagia, terra che conserva intatti luoghi e tradizioni millenarie e ancora oggi ama raccontarsi, così come hanno fatto di lei grandi scrittori e letterati.

Capodanno in Sardegna, tutta un’altra musica!

Una terra mitica, speciale tutto l’anno, anche a Capodanno. Il fine anno in Sardegna è nel segno della musica in piazza, del coinvolgimento, dell’accoglienza. Paesaggi inimitabili e scenari suggestivi, luccicanti di festa, fanno da cornice a grandi eventi che salutano l’arrivo del 2025, protagonisti sono personaggi amatissimi della musica italiana e internazionale. Tradizioni affascinanti e bontà gastronomiche completano l’atmosfera delle feste open air in borghi e città. Cagliari, brinda al nuovo anno con Stewart Copeland sul palco principale e con altri eventi di un Capodanno diffuso che troverà, come da tradizione, in varie piazze concerti e spettacoli. A pochi passi dal capoluogo, la sera del 29 dicembre, Assemini ospita Tananai, attesissimo dai più giovani.

Scintille di fuoco nelle notti di metà gennaio

Sant’Antonio discese negli Inferi per rubare una scintilla e donarla all’Umanità. È una leggenda, ma dalla notte dei tempi si ringrazia il santo per questo dono vitale accendendo in suo onore enormi falò all’imbrunire del 16 gennaio: ci si raccoglie intorno e ogni comunità dà vita al proprio rituale. In alcuni paesi il rito si ripete nella serata del 20 con spettacolari falò in onore di San Sebastiano. I fuochi incitano le anime a danzare, prima con movimenti simili a sussulti, poi la festa si vivacizza all’aumentare del crepitio dei rami infuocati, la musica di launeddas e fisarmoniche accompagna balli e canti corali, cibo e vino sono offerti agli ospiti: fave con lardo, coccone, pistiddu, dolci di sapa, mandorle e miele. La magia si ripete anche nel 2024: sacro e profano tornano a mescolarsi in un rito collettivo che rinsalda i legami delle comunità e funge da auspicio per un’annata prospera.

Sartiglia, emozioni senza tempo

Soffio di destrieri, scalpitio di zoccoli, tintinnio di bardature, rullio di tamburi: sa Sartiglia è l’evento per eccellenza di Oristano. Lo spettacolo della giostra equestre, ogni anno, regala brividi ed emozioni indelebili. Oltre cento cavalieri al seguito del leggendario componidori, mascherati e vestiti in eleganti abiti di foggia sardo-spagnola, si lanciano al galoppo su cavalli finemente bardati, accompagnati dal rullo incalzante dei tamburi. La prova di abilità consiste nell’infilzare con la spada le stelle sospese. Le ‘corse alla stella’ sono due: la domenica di carnevale (2 marzo) si cimentano i cavalieri del gremio dei Contadini, il martedì grasso (4 marzo) quelli del gremio dei Falegnami. Il lunedì è dedicato ai giovani, con la Sartigliedda. Alle corse seguono le spericolate esibizioni delle pariglie, poi la festa carnevalesca prosegue nelle piazze fino a tarda notte, tra stordente euforia, dolci alle mandorle, frittelle e vernaccia, il delizioso vino locale.

Filindeu e carasau sapori semplici e immortali

Da cinque secoli a oggi, ogni anno, durante le notti del primo maggio e del 4 ottobre, si svolge a Lula la festa di San Francesco. Fedeli in pellegrinaggio percorrono le strade barbaricine per recarsi presso il santuario del santo sulla collina dominata dal monte Albo. Nel clima di raccoglimento e spiritualità, dalle mani delle donne ai piatti dei pellegrini si trasferisce una prelibatezza: su filindeu, i fili di Dio, una minestra che riscalda il corpo e nutre l’anima.

Est

La sfida alle pareti sul mare

Se l’imbrago, la corda e i nut ti fanno battere il cuore, la parte centro-orientale della Sardegna è il posto giusto per te. Puoi raggiungere il golfo di Orosei in auto, moto e camper: partendo da Baunei e seguendo le indicazioni per il Golgo, dopo un sentiero di pietre affiancato da arbusti si trova l’ampio avvallamento di Arcu Annidai. Da qui si lascia il sentiero per raggiungere punta Salinas, oppure si percorre il solco che conduce verso il mare per confrontarsi con l’Aguglia di Goloritzé che domina la spiaggia, un monolite calcareo inserito in uno dei panorami più spettacolari del Mediterraneo, ideale per l’arrampicata tecnica su placca. Quando sarai in cima, coi muscoli ancora in tensione, il respiro in affanno e i polmoni in cerca di ossigeno, sentirai pieno il senso della conquista dell’Isola.

Giardini storici, intreccio di piante e uomini

Un viaggio tra profumi e colori, arte e storia, alla scoperta di sette giardini storici di fine Ottocento, sintesi di architettura e botanica. Storie di piante e uomini, di passione per la natura che accomuna personalità di spicco apparentemente distanti: l’eroe Garibaldi, l’ingegnere ‘magnate’ Piercy, il marchese ‘illuminato’ Aymerich. Nel 1866 il botanico Patrizio Gennari pensa a una collezione di piante al centro di Cagliari: quell’idea si è tramutata nell’Orto botanico, una distesa di cinque ettari con centinaia di esemplari, tra cui piante tropicali e un percorso dedicato alle piante della Bibbia. All’interno conserva un'area archeologica: quattro cisterne di epoca romana incastonate nel progetto neoclassico dal genio di Gaetano Cima, che intorno ad esse costruì un piccolo tempio della scienza botanica. Accanto all’Orto botanico sorgono l’anfiteatro romano e l’Orto dei cappuccini.

Luoghi francescani, accoglienza e senso di comunità

Accoglienza calorosa e familiare, regole semplici e precise, ritmo lento e riflessivo, momenti di condivisione e conoscenza, rilassanti ore in oasi di silenzio e pace. È l’ospitalità francescana, ‘anima’ di un’esperienza di benessere psicofisico e di scambio culturale tra viaggiatori e chi li ospita, che unisce idealmente 14 centri sardi dove i seguaci di san Francesco d’Assisi hanno lasciato un’indelebile traccia. In Gallura, sin da inizio XIII secolo, i francescani scelsero i rilievi di Luogosanto, dove, incastonato tra rocce granitiche, sorge l’Eremo di san Trano, oggi meta di pellegrinaggio. In paese i francescani eressero Nostra Signora di Luogosanto, basilica col privilegio della Porta Santa, che custodisce la regina di Gallura. Nella sacrestia ammirerai il museo diocesano con arredi sacri, statue ed ex voto, tra cui raffinati gioielli. Alla ricerca di isolamento, i frati scalarono il monte Rasu: potrai ripetere l’itinerario per conoscere il luogo dove forse è sepolto Giovanni Parenti, ministro dell’ordine dopo Francesco. A Castelsardo, borgo a picco sul mare, i minori conventuali da oltre 500 anni risiedono nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie, dove è custodito lu Cristu Nieddu, crocefisso di ginepro di inizio XIII secolo annerito dal tempo. A Mores, nel Meilogu, i cappuccini vivono nel convento di sant’Antonio, luogo ideale per sperimentare l’esperienza francescana.

Trame e intrecci dell'anima

Originali e intrisi di significati, abiti e gioielli sono la contaminazione dei segni lasciati dalle culture alternatesi in Sardegna: nuragica, fenicia, greca, bizantina e spagnola. Nulla è andato perduto. Come le vivaci e coloratissime cuffie indossate dalle donne di Desulo nei giorni di festa. Loro stesse le decorano ricamando in miniatura i dettagli dello sgargiante abito desulese: disegni geometrici gialli, rossi e blu alternati ai decori secondo la fantasia di abili e sensibili artiste. Altro mondo le donne di Tempio Pausania, austere nel prezioso abito in seta damascata, interamente nero. Ammirate per l’elegante grazia del portamento. Sulla testa portano una cascata di pizzi bianchi trattenuti dalla filigrana.