Gennargentu

Gennargentu

Gennargentu

Al centro della Sardegna svetta il suo ‘tetto’: aria pura, paesaggi aspri e incontaminati, foreste rigogliose, notti stellate, sapori della montagna e piccoli paesi che lo adornano come gemme, vieni nel cuore dell’Isola

Al centro dell’Isola c’è un massiccio montuoso, ricoperto da foreste secolari, regno di aquila reale e muflone: il Gennargentu è il trionfo della natura in un territorio incontaminato e selvaggio. In primavera i suoi prati si colorano de sa rosa ‘e monte, la peonia, nell’Antichità unico fiore a sbocciare nell’Olimpo. In primavera, durante la fioritura del timo l’aria si riempie di un intenso profumo. Numerosi sentieri escursionistici ti accompagneranno verso straordinari panorami: sali a punta La Marmora, con i suoi 1834, la vetta più alta della Sardegna. Il Gennargentu è magia in inverno, quando la neve imbianca i comignoli e il paesaggio sembra immobile. Come a Fonni, il paese più 'alto' della Sardegna, a mille metri sul livello del mare.

Se vuoi conoscere a fondo la Sardegna esplora i suoi borghi, gioielli incastonati nella montagna, circondati dai boschi più antichi dell’Isola, sperimentane tradizioni e cucina, fatti accogliere dalle persone del posto, sarà un’esperienza indimenticabile. I prodotti della montagna hanno sapori inimitabili: per esempio a Desulo - la cui tappa di Autunno in Barbagia prende il nome di 'La montagna produce' -, dove spiccano castagne e salumi. Ad Aritzo, il 'paese delle fontane', assaporerai la famosa carapigna, sorbetto al limone un tempo preparato con la neve dei monti, a Tonara il gustoso torrone fatto con nocciole, mandorle, noci e miele locale. L’antica cultura di questi luoghi traspare dalle sue tradizioni. Vedrai ancora qualche donna che indossa gli sgargianti abiti tradizionali e ragazze con indosso preziosi gioielli, come la fede sarda, ereditati di generazione in generazione. I giovani si affrontano combattendo a s’istrumpa, la versione sarda dell’antica lotta greco romana, che ha reso famoso il paese di Ollolai. Altre volte la sfida è dell’intelletto, con le rime improvvisate della poesia estemporanea sarda, accompagnate dal coro del canto a tenore. Tante sono le poesie che raccontano l’anima del Gennargentu: due dei maggiori poeti sardi sono Antioco Giuseppe Casula, noto come Montanaru, di Desulo e Peppino Mereu di Tonara, che scrisse numerose poesie poi trasformate in canzoni popolari come Nanneddu Meu, su Testamentu e Galusè, tributo all’essenza di questi luoghi: la purezza delle acque.

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