Una particolarità distingue i preziosi manufatti che compongono la collezione del museo Scrinia Sacra, la gran parte di essi non è soltanto destinata a occupare costantemente le sue sale espositive, ma è protagonista in occasione delle più importanti cerimonie e funzioni religiose di Guasila. L’altra curiosità del museo, che sorge nel centro storico del paese della Trexenta, è data dal nome, dovuto alla volta a botte delle sale: la loro forma ricorda quella del coperchio di un forziere, non a caso l’edificio è custode di oggetti dall’elevato valore devozionale. Alcuni ambienti espositivi sono stati ricavati dalle stanze dell’antico carcere mandamentale, come testimonia una lapide riportante ‘1841’, cioè l’anno in cui fu edificato il primo nucleo. Una successiva espansione portò a un cambio di destinazione d’uso dello stabile: prima municipio, poi pretura e alla metà del XX secolo sede scolastica.
La visita al museo procede secondo un criterio cronologico, attraverso sei aree tematiche. Le prime tre sale custodiscono gli oggetti più preziosi: corredo liturgico, reliquiari ed ex-voto, datati tra XVI e XX secolo. Ammirerai, tra gli altri manufatti, un crocefisso realizzato da Giovanni Mameli, argentiere attivo a Cagliari nella seconda metà del XVI secolo, e un coevo reliquiario opera dello spagnolo Gaspare Castaneda. Sono esposti, inoltre, calici, ostensori, candelieri, secchielli, aspersori e navicelle portaincenso. Mentre gli ex-voto comprendono principalmente gioielli, rosari e attributi iconografici per i simulacri. Le altre sale ospitano i paramenti: ti resteranno impressi in particolare preziosità e raffinatezza dei ricami.
La maggior parte degli oggetti esposti proviene dalla parrocchiale della Beata Vergine Assunta, distante poco più di cento metri dal museo. La chiesa, elevata nel 2002 a santuario diocesano, è stata progettata dall’architetto Gaetano Cima e costruita in forme neoclassiche intorno alla metà del XIX secolo. La pianta è ottagonale, con cupola sorretta da possenti colonne e un pronao a sei colonne doriche, al quale accederai attraverso una scenografica scalinata. L’interno è ricco di decorazioni, tra le quali spiccano i motivi geometrici e floreali della cupola.
La sentita devozione guasilese è indicata anche da altre chiese: Santa Maria Maddalena del 1219, Santa Lucia risalente al XVI secolo e Nostra Signora d’Itria, chiesa rurale a tre chilometri dal paese, eretta in stile romanico. Il territorio è disseminato anche da tracce preistoriche: le due domus de Janas di is Concas, in direzione di Samatzai, e il nuraghe Barru al confine col territorio di Guamaggiore. La sua struttura polilobata ha vissuto più fasi costruttive: il mastio a pianta ellittica è riconducibile alla tipologia del proto-nuraghe, le torri e il cortile rimandano a fasi più evolute.