Si erge a pochi passi dalla sua ‘antenata’, ridotta a un rudere e protagonista di una curiosa leggenda, lungo la strada per uno dei principali monasteri della Sardegna, e si anima soprattutto a gennaio, in occasione dell’accensione del grande falò in onore del santo titolare. La chiesa campestre di Sant’Antonio abate si trova a due chilometri da Torralba, lungo il percorso che, meno di tre chilometri più avanti, nel territorio di Borutta, permette di raggiungere la maestosa ex cattedrale di San Pietro di Sorres e l’annesso e accogliente monastero benedettino.

L’attuale chiesa fu edificata nel XVII secolo, in sostituzione della preesistente chiesa di Sant’Antonio di Tailos, il cui nome forse fa riferimento a un villaggio medievale scomparso. Secondo la leggenda, il ‘nuovo’ santuario fu costruito perché il simulacro del santo scompariva dal ‘vecchio’, per farsi ritrovare sempre nel punto dove si trova l’attuale, ai piedi del monte Mura, con vista sulla piana di Cabu Abbas.