Dal IX secolo a. C. anche la Sardegna fu coinvolta dall’espansione commerciale dei popoli comunemente indicati, nel Mediterraneo occidentale, come fenici. Nati come empori commerciali, gli insediamenti sorti sulle coste dell’Isola - o comunque non lontano da esse -, si evolsero in floride città, passate, a partire dal VI secolo a.C., sotto il dominio cartaginese e poi sotto Roma. Alcune, sviluppatesi in abitati moderni, esistono ancora oggi. Tra i fenici e le comunità nuragiche – la cui civiltà si stava avviando alla fine -, pare non ci furono scontri: le città dell’itinerario furono esempi di multiculturalità, scambio reciproco, conoscenza e convivenza pacifica.
Il viaggio indietro nel tempo di quasi tre millenni parte dalla costa centro-occidentale, si alterna tra mare e interno nel Sulcis, per poi concludersi nei meravigliosi litorali di Chia e Nora.
Percorso: 250 chilometri
Tempo di percorrenza stradale: quattro ore
L’itinerario parte dall’estremità meridionale della penisola del Sinis, tra capo San Marco e la borgata di San Giovanni. Tharros è uno dei migliori esempi di ‘evoluzione’ di un insediamento nel corso dei secoli. Le primissime tracce sono nuragiche, ai fenici sono ricondotte necropoli e tophet, poi in epoca punica e soprattutto in quella romana la città si sviluppò pienamente. Passeggiare tra le sue strade con lo sguardo rivolto al mare è un’esperienza indimenticabile.
Si scende di 140 chilometri a sud. Sulla cima di un monte sorge il parco archeologico di Monte Sirai. La posizione garantiva alla città fenicia, poi punica, il controllo sul mare. L’area ‘civile’, sviluppatasi attorno al tempio di Astarte e fortificata a nord nel III secolo a.C., e le aree funerarie sono separate. In una tomba punica compare il misterioso simbolo di Tanit, mentre più ‘staccato’, a nord-ovest, c’è il tophet. La città che visiterai è quella punica, Roma costruì più a valle.
Una delle più antiche città italiane, se non la più antica in assoluto. Sulki fu fondata sul golfo di Palmas nell’VIII secolo a.C., poco prima di Monte Sirai. La fattura di alcuni tegami del tophet fornisce indizi sulla ‘collaborazione’ produttiva tra fenici e nuragici. In epoca punica la città riprese vigore: la necropoli, con migliaia di sepolture, è tra le più grandi del Mediterraneo. A ridosso del forte sabaudo ammirerai l’acropoli, dove si trovavano i due leoni oggi conservati al museo MAB.
‘Rotta’ verso sud-est, poco più di sessanta chilometri per raggiungere le splendide spiagge di Chia. Attorno alla più orientale di esse, cioè Su Portu, si trovano i resti dell’antica città di Bithia. Era un florido porto fenicio, anch’esso conquistato dai cartaginesi e poi dai romani. Per scorgerne le scarne tracce esplorerai le pendici del promontorio sul quale sorge la torre di Chia, mentre l’isolotto su Cardulinu, raggiungibile a piedi, forse ospitava il tophet fenicio e un tempio punico.
Ben più evidenti sono i resti della città di Nora, 19 chilometri a nord-ovest di Chia. A poca distanza dalla chiesetta di Sant’Efisio, punto d’arrivo della più imponente processione dell’Isola, si estende una città ‘restituita’ dal mare. In realtà, visiterai l’abitato romano, perché le strutture fenicio-puniche sono state quasi completamente soppiantate da quelle romane, ma è dal tophet che partì la riscoperta della florida città portuale. Una stele qui rinvenuta riporta per la prima volta il nome Sardegna.