Una vallata con 38 tombe scavate nell’arenaria, risalenti al 3200-2800 a.C., al cui interno sono stati ritrovati persino i picchi di pietra usati per scavarle. La necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, scoperta nel 1903, si trova nell’entroterra di Alghero, a meno di dieci chilometri dal mare, in una fertile piana solcata dal rio Filibertu. L’area sepolcrale occupa due zone, nelle quali le tombe sono distribuite in maniera irregolare: nella prima più pianeggiante se ne trovano sette, la seconda, su una piccola collina, ne comprende 31. Le sepolture a domus de Janas (case delle fate) hanno due tipi d’accesso: uno piuttosto angusto ‘a pozzetto’, da cui si sviluppano una pianta irregolare e celle curvilinee, l’altro a dromos, ovvero con un corridoio a cielo aperto, talvolta di grandi dimensioni, munito di gradini all’ingresso. In questo caso la pianta degli ipogei è regolare e le celle hanno profilo rettilineo.