Una casa trasformata in luogo di prigionia, mimetizzata tra le case e per vari secoli testimone di drammatiche condizioni di detenzione, oltre che custode di preziosi documenti. Il carcere spagnolo di Seui, borgo medievale al confine tra sud Sardegna e Ogliastra, è un edificio a pianta quadrata su due livelli, incastonato tra le strette stradine del paese e raggiungibile da un suggestivo sottopassaggio, su Porci, sul quale si aprono casette in pietra, con porte di legno intagliato e balconcini in ferro battuto.

La struttura fu adibita a luogo di pena dell’Incontrada della Barbagia di Seulo, facente capo al ducato di Mandas, intorno alla metà del XVII secolo, per poi passare alla Giustizia mandamentale dei Savoia e infine dello Stato italiano fino alla definitiva chiusura nel 1975. È completamente circondata da alte abitazioni, pertanto i prigionieri non avevano visione dell’esterno.