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Sud

Sa Fraigada

È una delle aree archeologiche più affascinanti del basso Sulcis, protagonista di leggende popolari, dove ripari naturali, mura ciclopiche e monumenti granitici s’inseriscono in un suggestivo scenario naturale. Sa Fraigada è un insediamento sorto in età prenuragica in località Barrancu Mannu, nelle campagne di Santadi. Racchiuse da una possente cinta muraria, in otto ettari, troverai terrazzamenti e muraglie megalitiche, resti di capanne, un protonuraghe, un particolare tafone e la testimonianza archeologica più famosa del territorio santadese: la tomba di Giganti di Sa Fraigada, una delle meglio conservate in Sardegna.

La tomba è conosciuta in svariati modi: oltre al nome ‘ufficiale’, si usano anche tomba di Barrancu Mannu, Tuerredda e sa Tuta, il più usato in paese. Fu realizzata tra Bronzo medio e recente – probabilmente intorno al 1300 a.C. -, usando grossi blocchi di granito appena sbozzati, disposti in filari irregolari. La forma è quella di una protome bovina, è lunga circa 18 metri, mentre l’esedra semicircolare è ampia 15 metri. Al centro, osserverai l’ingresso quadrangolare, sormontato da un massiccio architrave. Un muro, partendo dal braccio destro dell’esedra, delimita un recinto, forse uno spazio dove celebrare i riti funerari.

Alla sepoltura sono associate varie storie raccontate dagli anziani del paese: si dice che vi si praticasse l’incubazione, cioè che al suo interno si cadesse in un sonno profondo e ‘divinatorio’; e che la tomba avesse il potere di guarire i ‘mali della mente’, ovvero depressione ed esaurimenti nervosi. Ai bambini si raccomandava di prestare attenzione se si fossero udite voci o avvistate strane ombre: poteva trattarsi dello spirito custode dello schisorgiu, un tesoro nascosto. Se catturato, lo spirito ne avrebbe rivelato l’ubicazione esatta.

Nell’area, ricoperta da macchia mediterranea e solcata da torrenti, osserverai resti di muraglie prenuragiche, forse riconducibili alla cultura di Monte Claro (2800-2300 a.C.), che sfruttano in alcuni punti la roccia naturale. Sulla cima denominata sa Roca de Luciferu si erge un probabile nuraghe arcaico, realizzato su sei ‘terrazze’: le prime tre fungono da antemurale, mentre sulle altre si impiantano i corpi centrali del nuraghe. A valle sorgeva il villaggio, di cui si possono identificare alcuni gruppi di abitazioni sorte tra gli affioramenti rocciosi. L’altro elemento caratteristico del sito è sa gruta fraigada, adiacente alla tomba di Giganti. È una cavità scavata dagli agenti atmosferici e ‘protetta’ da un masso allungato, con tracce di muratura: fu probabilmente usata in epoche remote come luogo di culto e funerario. A proposito di spettacolari opere della natura, a poca distanza da Barrancu Mannu potrai visitare le grotte di Is Zuddas: dentro si aprono scenari quasi fiabeschi. Il patrimonio archeologico di Santadi, paese celebre per il vino Carignano e per il tradizionale Matrimonio Mauritano, comprende anche la ‘cittadella’ fenicio-punica di Pani Loriga e reperti custoditi nel museo archeologico.

Bandiere Verdi, le spiagge a misura di bimbo

Colori e trasparenze quasi irreali, sabbia candida e soffice, talvolta accompagnata da ciottoli e chicchi multicolore, rocce e scogliere scolpite dalla natura in forme curiose, dune, pinete e lagune a fare da quinte. Sono le caratteristiche che ammaliano chiunque frequenti le spiagge sarde, alle quali spesso si aggiunge un fattore fondamentale per tanti: sicurezza e disponibilità di servizi per le famiglie con bambini. Per quasi tremila pediatri italiani e stranieri, la Sardegna è sul podio delle regioni con il maggior numero di spiagge family-friendly, alle quali ogni anno viene assegnata la Bandiera Verde. Nell'Isola, ormai da 16 anni, sono 'sparse' in ogni angolo, testimonianza di un’attenzione sempre più marcata verso bisogni e necessità dei visitatori.

Le Saline - Stintino

Storia, natura, paesaggio e sport, con i piedi su un tappeto di candidi chicchi di quarzo e davanti a un mare turchese cristallino. Sono tanti i motivi per scegliere la spiaggia delle Saline, uno dei numerosi gioielli del territorio di Stintino. È un’interminabile striscia di piccoli ciottoli bianchi, compresa tra mare, stagno e le antiche saline, dalle quali spiaggia e area umida prendono il nome. Conosciute e sfruttate già in epoca medievale, furono operative fino ai primi decenni del XX secolo. Oggi contribuiscono al fascino del paesaggio retrocostiero, oltre a fornire – assieme allo stagno – un habitat per numerose specie di uccelli acquatici.

La spiaggia è dotata di un comodo e ampio parcheggio, utilizzabile anche dai camper, ed è facile raggiungerla attraverso l’uscita segnalata dai cartelli lungo la provinciale 34. Non mancano i servizi: punti di ristoro, noleggio ombrelloni, attrezzature da mare e natanti. Date le ampie dimensioni, non è mai eccessivamente affollata, neanche in alta stagione.

Le Saline è una destinazione adatta anche per famiglie e per gli amanti delle attività outdoor: il fondale è basso e sabbioso, ideale per i più piccoli, mentre i venti la rendono uno spot amato da chi pratica wind e kite surf. Alle spalle dello stagno e delle vecchie saline corre una pista usata da runner e ciclisti. Esplorando i dintorni potrai inoltre fare alcuni ‘tuffi’ nel passato: a nord della spiaggia si erge la torre delle Saline, struttura eretta dalla corona spagnola nel XVI secolo. Era una torre de armas, ovvero di difesa pesante, con lo scopo di sorvegliare sia le saline sia le vecchie tonnare, situate leggermente più a nord. La torre era in contatto visivo con quelle di Porto Torres e di Trabuccato sull’isola dell’Asinara. Molto più recenti sono i bunker che noterai tra la vegetazione a ridosso dei parcheggi. Stintino, infatti, era sede di uno dei maggiori sbarramenti risalenti alla seconda guerra mondiale del nord Sardegna. Tra Le Saline e Monti Frattu si contano 17 postazioni: potrai visitarli anche all’interno, accompagnato da guide, in occasione di Monumenti Aperti.

La spiaggia delle Saline prosegue verso sud senza soluzione di continuità nei tratti che prendono il nome di Pazzona ed Ezzi Mannu, anche con tratti adibiti a dog beach. Verso nord, oltrepassate le tonnare, dopo pochi chilometri, raggiungerai il borgo di Stintino. Merita una visita il Museo della Tonnara e non potrai fare a meno di gustare le specialità locali a base di pesce. Mentre, il 'simbolo' stintinese ti attende cinque chilometri più a nord: La Pelosa, spiaggia dalla bellezza irreale, costantemente ai primi posti nelle classifiche di gradimento dei turisti di tutto il mondo.

Sud

Is Solinas

Il lungo arenile di sabbia candida e finissima si estende tra il mare azzurro e una serie di dune ricoperte di ginepri, alle spalle due aree umide ricche di biodiversità. Oltre ai colori della natura, a Is Solinas risplendono anche quelli dei kite e delle vele, qui ormai ‘di casa’ tutto l’anno. La spiaggia, conosciuta anche con il nome di ‘La Salina’, sorge nel territorio di Masainas, affacciata sul golfo di Palmas e confinante a nord con Porto Botte. È apprezzata da chi desidera rilassarsi approfittando di spazi e tranquillità, magari trattenendosi fino al tramonto per osservare il calare del sole dietro l’isola di SantAntioco. Nei retrostanti stagni di Porto Botte e Baiocca, gli amanti del birdwatching possono ammirare, oltre ai fenicotteri rosa, anche aironi, cavalieri d’Italia, cormorani, falchi di palude e martin pescatore.

Is Solinas è conosciuta soprattutto per gli sport acquatici, in particolare kitesurf e windsurf. Acque piatte e poco profonde, sommate all’esposizione ai venti di maestrale, ponente e libeccio, la rendono un paradiso per chi ama cavalcare le onde. Grazie alla sua conformazione – in particolare per via delle dune e dell’ampia baia chiusa - è perfetta per i principianti: il vento soffia sempre verso terra, sistema dunale e vegetazione offrono riparo a est, inoltre il fondale aumenta di profondità in maniera progressiva allontanandosi dalla costa. Is Solinas è dotata di parcheggi, punti di ristoro e servizi di noleggio attrezzature da spiaggia, biciclette, SUP e kite.

Kite e wind surfer popolano anche la vicina spiaggia di Porto Botte, nel comune di Giba. L’area è rinomata per la produzione di vini carignano, carciofi, pane e dolci tradizionali.

Proseguendo verso sud, incontrerai un altro spettacolare ecosistema, formato da zone umide, macchia mediterranea, pinete e spiagge bianchissime punteggiate da dune: Porto Pino. I primi due tratti di spiaggia rientrano nel territorio di SantAnna Arresi, e si trovano incastonati tra scogliere, pineta e stagno de Is Brebeis; il terzo, invece, appartiene al territorio di Teulada, il suo tratto distintivo è rappresentato dal chilometro di bianche ‘colline’ sabbiose alte decine di metri, contornate da ginepri e gigli di mare. Non a caso, la spiaggia è nota come Is Arenas Biancas.

In bici, tra vigneti, sterrati e paesaggi di granito

Qui, una volta, tra boschi e pareti granitiche, passava un treno. Erano i decenni a cavallo tra XIX e XX secolo, i vagoni trasportavano soprattutto il pregiato sughero gallurese. La linea si estendeva per soli 27 chilometri e attraversava un territorio pressoché disabitato, ma era considerata tra le più belle dell’Isola: partendo dalla stazione di Monti, i binari si sviluppavano lungo un tracciato adattato alla natura del territorio, ‘tuffandosi’ nella macchia e attraversando sugherete, per poi salire costeggiando le pendici orientali del monte Limbara e incontrando vecchie fermate, caselli e ponti, fino alla stazione di Calangianus.

Oggi i binari hanno lasciato posto a ruote e pedali: il silenzio, rotto solo dallo sfrecciare della bici sulla pista sterrata, ti accompagnerà lungo un itinerario nel quale viaggerai indietro nel tempo, dalla fermata tuttora attiva di Monti-Telti, per lunghi tratti, esattamente dove transitava la ferrovia. Dal ‘paese del sughero’, Calangianus, vale poi la pena proseguire a ovest, dove si celano nuraghi, tombe di Giganti e fonti sacre ancora attive, per concludere il viaggio a Tempio Pausania, tra edifici e piazze ‘scolpiti’ nel granito e luoghi legati al ricordo di Fabrizio de Andrè.

Nel corso delle tre tappe, impossibile non fermarsi a degustare il bianco ‘principe’ di questi territori: sei nella terra d’elezione del Vermentino di Gallura DOCG, i suoi vigneti punteggiano una parte di Gallura piena di emozionanti sorprese.

A tavola con i centenari

L’Ogliastra è la blue zone ‘della porta accanto’, una delle cinque nel mondo dove il benessere di corpo e mente si fa beffe del tempo che passa. Vanta un’altissima percentuale di centenari, ma i longevi in ottima salute sono sparsi un po’ ovunque nell’Isola. La felice combinazione di geni con poche mutazioni, per lo storico isolamento, non basta a spiegarne i motivi. Per gli scienziati che studiano il loro dna a contribuire è anche il loro stile di vita, in connessione - fisica ed emozionale -, con gli ambienti naturali integri e poco plasmati dalla mano dell’uomo e il sentirsi parte attiva nel flusso vitale di antichi valori e di tradizioni culturali, dove si riconoscono anche le nuove generazioni. Nell’armonico equilibrio biologico della loro longevità rientrano poi le buone abitudini a tavola: ogni giorno, consumano soltanto le semplici pietanze che arrivano da terra e mare, cucinate ancora con quella maestria che viene da lontano, mentre per le feste qualche sfizio in compagnia, che parrebbe non nuocere alla salute.

Capodanno 2026 in Sardegna, tutta un’altra musica

Capodanno 2026 in Sardegna, tutta un’altra musica!

Nell’Isola, sarà un fine 2025 nel segno della musica in piazza, del coinvolgimento, dell’accoglienza. Paesaggi inimitabili e scenari suggestivi faranno da cornice a grandi eventi che salutano l’arrivo del 2026, con protagonisti personaggi amatissimi della musica italiana e internazionale. Non solo le grandi città, anche i borghi, autentici 'scrigni' di tradizioni affascinanti e gustose specialità gastronomiche, contribuiscono a caratterizzare il Capodanno isolano come un'immensa festa open air diffusa. Da un capo all'altro dell'Isola, scopri il programma dei grandi concerti dal 28 dicembre alla notte di San Silvestro in Sardegna.

 

 

Consulta il programma!

La Sardegna è una terra di suoni, ritmi, feste e colori, anche a Capodanno: i protagonisti della musica italiana fanno da attrattori per il grande pubblico da coinvolgere e far divertire.

Cagliari brinda al nuovo anno con Giusy Ferreri sul palco principale del suo Capodanno diffuso - quest'anno intitolato 'Voci di città' - che presenta quest'anno altre proposte al femminile, firmate da Myss Keta, Mimì Caruso, Luvi e le Lucido Sottile, che presentano la serata, a partire dalle 22, sul palco del Largo Carlo Felice e di piazza Yenne. Ma la festa parte un giorno prima, il 30 dicembre: dalle 18 il Bastione Santa Croce ospita il format 'Croccante', DJ set tra musica e socialità. A pochi passi dal capoluogo, la sera del 28 dicembre, Assemini ospita Ghali, attesissimo dai più giovani.

 

Sulcis grande protagonista di fine anno. Per allietare la lunga notte di San Silvestro sul palco di piazza Sella a Iglesias sale Mannarino, mentre in piazza Ferralasco a Sant’Antioco ci sono Elio e Le Storie Tese. Infine a Carbonia anticipa il veglione, il 30 dicembre con lo spettacolo di Umberto Smaila, mentre la sera seguente suona Jimmy Sax.

Fedez colora il Capodanno di Oristano: il rapper la sera del 31 raduna la sua folla davanti alla torre medioevale di Mariano, in piazza Roma. 'Voglio tornare negli anni ’90' è la scelta di Bosa per il suo Capodanno: l’incantevole borgo ai piedi del castello dei Malaspina fa da cornice allo spettacolo. Emis Killa è il protagonista del Capodanno in piazza di Nuoro, mentre Dorgali ospita la celebre rapper Big Mama. La notte di San Silvestro si balla anche in Ogliastra, in piazza Rinascita a Tortolì, con la musica di Benji e Fede. Mentre a Barisardo va in scena un prologo all'ultima notte dell'anno, nella serata del 27 dicembre il paese si accende con lo stand up comedy di Alice De Andrè, l'esibizione del chitarrista Federico Poggipollini , storico chitarrista di Ligabue, insieme ai The Crumars e, infine, con il dj set di Chicco Giuliani.

Sassari per inaugurare il 2026 punta sul sicuro: Max Pezzali, con i suoi grandi successi, inonda di musica il ritrovato piazzale Segni. La 30esima edizione del Cap d’Any di Alghero, città sarda ‘pioniera’ delle feste di fine anno, ospita nella grande festa al piazzale della Pace tre grandi eventi: il 29 dicembre, concerto di Raf, il 30 sono di scena Kid Yugi e Low-Red, gran finale il 31 con Gabry Ponte alla consolle. Il profilo di Castelsardo che si staglia su un orizzonte che lega cielo e mare, illuminato dai giochi di luce di spettacoli pirotecnici, è una delle immagini simbolo del fine anno isolano: il centro dell’Anglona onora la 23esima edizione del ‘Capodanno in piazza’ con un big e una nuova stella della musica italiana: la serata è animata dagli show di J-Ax e di Anna Pepe.

La Gallura fa il pieno di spettacoli. Olbia, la notte di San Silvestro, porta sul palco del Molo 1 Bis due nomi d’eccellenza del panorama musicale italiano: dopo l’esibizione di Marco Mengoni, in programma nella prima parte della serata, la città saluta l’arrivo del nuovo anno con il rapper milanese LazzaGolfo Aranci anticipa la festa con due concerti in piazza Cossiga: il 27 dicembre sono di scena i Gemelli diversi, il giorno dopo, tocca ai Neri per caso. La notte del 31, invece, lo stadio 'Biagio Pinna' di Arzachena ospita l’attesissimo concerto di Achille Lauro. Tra i riflessi dell’arcipelago di La Maddalena la notte del 29 dicembre si illumina con la musica di Alfa mentre in quella del 31 la voce di Fausto Leali ripercorre le tappe più significative della sua carriera.

 

 

Sos Furrighesos

Un costone trachitico alto quasi venti metri, quasi a ridosso del complesso forestale del Goceano, custodisce un vero e proprio tesoro archeologico: si tratta di diciotto domus de Janas, le cui pareti ospitano una delle maggiori concentrazioni di petroglifi e decorazioni di età prenuragica dell’Isola. Sos Furrighesos è una necropoli nel territorio di Anela, inserita dall'Unesco tra le 17 dichiarate Patrimonio dell'Umanità e scavata su tre livelli lungo un tratto roccioso che delimita il pianoro di Pranu Oschiri. Indagata fin dal 1931, fu con le esplorazioni avvenuta quarant’anni dopo che si è portata alla luce la straordinaria quantità di elementi decorativi delle domus, in particolare dalle tombe II, VI, VIII e dalla tomba IX, chiamata sa Tumba de su Re, dove noterai un’altra particolarità: l’ingresso con stele, a testimoniare una fase di ‘passaggio’ tra l’uso delle domus e l’edificazione delle tombe di Giganti.

Le varie tipologie di elementi figurativi portano a datare l’uso della necropoli dal Neolitico recente (3200-2800 a.C.) all’alto Medioevo. Risalgono alla prima fase protomi, incisioni e tracce di pittura rossa della tomba VI, mentre nelle altre domus osserverai coppelle, incisioni ‘a martellina’, elementi architettonici – come false porte, lesene, zoccoli, banconi e pilastri -, incisioni a puntinato e lineari di età altomedievale. La planimetria delle tombe è variabile: alcune sono monocellulari, altre presentano una pianta a T e sono strutturate con dromos e anticella.

La tomba XV risulta ai margini rispetto al resto della necropoli. Oltre, sul ciglio del costone, si trovano tracce – in cattive condizioni – di un nuraghe la cui funzione era forse quella di ‘sentinella’ della vallata sottostante. Attorno sorgeva un villaggio di capanne, pertanto si ipotizza che furono gli abitanti dell’insediamento a intervenire sull’ingresso della tomba IX, ‘adattandola’ alle usanze religiose dell’età nuragica.

Il territorio circostante è tutto punteggiato di eredità dell’età del Bronzo, specialmente a ovest, dove una ‘schiera’ di nuraghi funge da ingresso alla Valle dei Nuraghi e all’area dei crateri vulcanici del Meilogu. A sud-est, invece, potrai addentrarti nel cuore di una delle aree forestali più affascinanti dell’Isola: il complesso del Goceano, formato da ForestAnela, la più ‘alta’ area boschiva della Sardegna, a circa mille metri di altitudine, e Monte Pisanu, al cui interno spiccano i tassi millenari di Sos Nibberos.

Sud

Montimannu

Un ‘polmone verde’ con numerosi motivi di interesse, dai percorsi naturalistici all'archeologia industriale, passando per i picnic in relax e visite a pittoresche chiese campestri. La foresta demaniale di Montimannu si estende per 4600 ettari a sud-ovest di Villacidro, nel cuore del parco naturale di Monte Linas Oridda - Marganai. È una delle più estese foreste demaniali della Sardegna, oltre a essere ‘casa’ di spettacolari cascate e di una ricca fauna, dove spiccano cervo sardo e muflone. Per arrivarci, dalla periferia di Villacidro, costeggerai il lago di Leni e la pineta di Campus de Monti - attrezzata con tavoli, barbecue e fonti d’acqua -, proseguendo su una strada sterrata che si ‘immerge’ nella fitta foresta.

I sentieri di trekking e mountain bike si diramano dall’ex miniera di Canale Serci e dal rifugio conosciuto come Cantina Ferraris. A Canale Serci ammirerai i ruderi della laveria e di vari edifici e strutture, oltre alla palazzina della direzione, oggi restaurata. La miniera, dove si estraeva la cassiterite – ovvero biossido di stagno, usato per ricavare il bronzo – fu in attività dal 1866 al 1946, ma il giacimento era coltivato già in età nuragica. Non a caso, in direzione sud-est, sul versante opposto di un rilievo, si estenda l’area archeologica di Matzanni. Nel vivaio di Campu sIsca osserverai la produzione di piantine per i rimboschimenti, poco distanti si trovano is cameronis, strutture dove può alloggiare chi percorre il Cammino minerario di Santa Barbara. Tra le mete raggiungibili dai sentieri CAI, le cascate di Piscina Irgas, dove si può praticare anche canyoning e free climbing, e di Muru Mannu, che vanta il salto più alto della Sardegna, oltre 70 metri. I sentieri per raggiungerle sono contrassegnati rispettivamente dai numeri 113 e 109, dotati dell’apposita segnaletica bianca e rossa.

Prima di raggiungere la foresta di Montimannu vale la pena fare una sosta per ammirare la chiesa di San Sisinnio. ‘Immersa’ in un parco di olivastri e circondata da un loggiato, la chiesetta è sede della festa più sentita dai villacidresi, che si svolge ogni anno la prima domenica di agosto. In località Villascema si trova la chiesa dedicata a San Giuseppe, festeggiato a giugno durante la sagra delle ciliegie. A Villacidro è legato il nome di Giuseppe Dessì, autore di ‘Paese d’Ombre’, al quale è stato intitolato un parco letterario. Tra i luoghi legati alla sua narrativa, merita una visita il Lavatoio pubblico. A proposito di scrittori, appena fuori dal paese ammirerai la cascata Sa Spendula, decantata in un sonetto di D’Annunzio.

Atobios de Carrasegae

Sabato 15 febbraio 2025, Paulilatino ospita uno degli appuntamenti del calendario relativo al Carnevale in Sardegna: va in 'scena' Atobios de Carrasegae, rassegna di maschere della tradizione sarda.

Sfilata ed esibizione delle maschere tradizionali del carnevale sardo prendono il via alle 15 da piazza San Teodoro. Partecipano, oltre alla maschera locale de Sos CorrajosSos Tumbarinos di Gavoi; S’Urtzu e sos Bardianos di Ula Tirso; Sos Corriolos di Neoneli; Urthos e Buttudos di Fonni; Mamuthones e Issohadores di Mamoiada e Boes e Merdules di Ottana.

La festa prosegue alle 19 in piazza Itria con balli e musica etnica, mentre in tarda serata il Salone delle feste 'Su Sotziu' ospita l'appuntamento 'C’era una volta… il Club'.

Per maggiori info, visita la pagina facebook Consulta Giovani Paulilatino.