Una lunga storia da raccontare e scoprire. Sfruttata nell’Antichità, riscoperta a metà Ottocento e passata attraverso varie società concessionarie sino a fine XX secolo, la miniera di sos Enattos, ultimo bacino metallifero del Nuorese a chiudere l’attività (nel 1996), è oggi un ‘gioiello’ di archeologia industriale, che fa parte del parco Geominerario della Sardegna, patrocinato dall’Unesco. Mantiene perfettamente conservati e visitabili pozzi, laverie e altre strutture, immerse in uno splendido paesaggio, in parte incontaminato, che ha per sfondo la catena ‘dolomitica’ del Monte Albo, tra boschi di tassi, lecci, ginepri e macchia mediterranea, habitat di mufloni e aquile reali. Sos Enattos fa parte di un vasto complesso estrattivo all’interno del territorio di Lula, che comprende altre due vicine miniere di galena e argento, Guzzurra e Argentaria, con i rispettivi villaggi dei minatori. In origine i minerali venivano trasportati con carri a buoi fino alla spiaggia di Santa Lucia di Siniscola, e caricati sui bastimenti.