È il centro principale della Barbagia settentrionale, che infatti un tempo era detta Barbagia di Bitti. L’allevamento ne ha fatto punto di riferimento nella produzione lattiero-casearia (in particolare di pecorino), una tradizione raccontata nel museo della Civiltà contadina e pastorale, allestito in una casa padronale nel centro del paese. Una sua sezione, il museo multimediale del canto a Tenore, è destinata all’arte del canto polifonico sardo che ha reso Bitti famoso nel mondo: è il luogo dove meglio è conservata una memoria atavica, la più viva testimonianza delle radici arcaiche della cultura sarda, tramandata da secoli da padre in figlio e legata alla poesia d’improvvisazione, che descrive momenti di vita agricola, pastorale e artigianale. L’importanza del canto è stata riconosciuta a livello internazionale con l’inserimento da parte dell’Unesco nel patrimonio intangibile dell'Umanità.