Era uno dei santuari di maggiore importanza e prestigio per le tribù delle età del Bronzo recente e finale (XII-IX secolo a.C.), che qui si radunavano per celebrare il rituali del culto delle acque. Il villaggio-santuario di Abini ha caratteristiche che lo rendono affascinante, misterioso e fondamentale per cercare di comprendere la religiosità degli antichi popoli nuragici. Sorge in una valle a dieci chilometri da Teti, suggestivo borgo della Barbagia Mandrolisai, a pochissima distanza dalle rive del fiume Taloro e lungo le vie di transumanza verso le pianure di Ottana e del Campidano. L’assenza di strutture difensive, l’abbondanza di acqua e risorse sfruttabili e la posizione in una via di collegamento fanno ipotizzare che il santuario fosse un pacifico luogo di sacralità e devozione per numerose tribù protosarde, come testimonierebbero anche la notevole dimensione del sito e l’enorme quantità e qualità di preziosi oggetti votivi ritrovati durante gli scavi.