“È un paese antico e chiuso, dove permangono (…) gli usi, le abitudini, i costumi, le tradizioni popolari più lontane, e l’intelligenza e il valore di una vita tanto più energica quanto più limitata, piena di capacità espressiva, di potenza individuale e di solitudine”. Così lo scrittore Carlo Levi in ‘Tutto il Miele è finito’ (1964) esprime intense impressioni su Orune, centro del Nuorese di oltre duemila abitanti, che si inerpica a quasi 800 metri d’altitudine, tra le punte di tre monti. Il nome deriva proprio dal greco oros, montagna. Da lassù lo sguardo spazia dalla Barbagia alla Baronia, dal Logudoro alla Gallura. I rilievi granitici si alternano a valli profonde, occupate da boschi di lecci e sughere e irrorate da sorgenti.