Non solo è una chiesa dall'inestimabile valore, ma è anche un affascinante rompicapo: il suo corpo centrale cilindrico di epoca bizantina si erge su una preesistente struttura termale romana, ma non è ancora chiaro se fungesse da tempio o da battistero. La posizione originale dell’ingresso è tuttora un enigma. Sull’interpretazione del nome, o meglio dei due modi con cui è conosciuta, ci si continua a interrogare da diversi anni. Certo è che la chiesa di Santa Maria di Bubalis, nota anche come Nostra Signora di Mesumundu, è tra i più antichi edifici di culto dell’Isola: il suo primo impianto è datato addirittura al VI-VII secolo. Sorge a Siligo, nella località nota come Biddanoa, ricca di falde e sorgenti minerali e termali. Durante l’XI secolo entrò a far parte delle proprietà dei monaci dell’abbazia di Montecassino, i quali ne modificarono l’assetto aggiungendo un abside a est e un ulteriore vano sul lato nord. I due nuovi componenti si aggiunsero ai ‘bracci’ già realizzati a sud e a ovest.