Il suo campanile, che svetta sino a 46 metri, è il più alto della Sardegna, ma non è tutto qui, è anche considerato un gioiello del neoclassicismo sardo. La chiesa parrocchiale di Santa Caterina si trova nel centro storico di Mores, affiancata dalla sua maestosa torre campanaria. L’impianto attuale risale al XVII secolo, mentre il campanile fu eretto due secoli dopo. A progettarlo fu l’architetto Salvatore Calvia, allievo di Alessandro Antonelli, artefice della Mole Antonelliana di Torino. Percorrendo la via principale del paese, il corso Vittorio Emanuele, in direzione nord-est, inizierai a percepirne lo slancio e l’elegante imponenza già trecento metri prima di raggiungerlo.

A contribuire economicamente alla realizzazione della nuova chiesa fu anche la famiglia dei Manca, storici marchesi di Mores. La facciata è in cantoni di calcare dal taglio accurato, divisa in due ordini da una cornice modanata. Quello superiore ha un profilo in testata curvilineo e una finestra quadrangolare, ai cui lati osserverai due stemmi scolpiti su pietra trachitica: in entrambi è incisa la data del 1643. Nell’ordine inferiore si apre il portale con arco a tutto sesto e una nicchia. Gli altri lati sono intonacati. All’interno, noterai che la pianta è longitudinale, a navata unica, divisa in campate voltate a botte, e con sei cappelle laterali. La pavimentazione è in lastre di granito.

A catturare la tua attenzione sarà, soprattutto, il campanile. Calvia scelse di usare materiale locale, trachite rosa e tufo, inserendo numerosi elementi tipici dello stile neoclassico, come stucchi e intagli. La torre è a canna quadrata, sulla base scorgerai finte aperture incorniciate e sormontate da mensole. Il secondo ordine è decorato a bande parallele, mentre terzo e quarto presentano lesene affiancate da colonne incassate. Il quinto e ultimo livello ospita la cella campanaria, è decorato con otto colonne su plinti e da quattro statue in terracotta, raffiguranti i Dottori della Chiesa d’Occidente. Una quinta statua si innalza in cima, sopra la lanterna impostata sulla cella, e rappresenta il Redentore.

A Santa Caterina d’Alessandria è dedicata una sentita festa, che culmina nelle celebrazioni del 25 novembre. La tradizione locale prevede una settimana di eventi, la cui origine risale al periodo storicamente necessario per provvedere all’uccisione del maiale e alla preparazione della carne per la ‘scorta’ invernale. Alla festa è spesso associata la manifestazione gastronomica Ammentos de sa die se Santa Cadrina, incentrata sulle tradizioni culturali, artigianali e agropastorali di Mores.