Si adagia a 400 metri d’altitudine sulle pendici meridionali del Gennargentu, circondato da un paesaggio ondulato, dove spiccano le rocce porfiriche del monte Tarè, e coltivato a cereali, legumi, frutteti, vigneti e uliveti, irrorati da ruscelli che solcano fertili colline. Ilbono è un centro di oltre duemila abitanti dell’Ogliastra, lungo la ‘strada della longevità’ da Lanusei a Tortolì. Dal 2005 è città dell’olio: da non perdere a marzo la sagra di olio e olive. Altro settore trainante è l’artigianato artistico. In Funtana de Idda, la piazza principale, confluiscono le strette e tortuose vie storiche del paese. Qui sorge la parrocchiale di san Giovanni battista, costruita nel XVII su un precedente edificio forse romanico, mentre la chiesa di san Cristoforo (celebrato a fine settembre) è stata eretta tra XVII e XVIII secolo. In campagna spiccano le chiesette intitolate a san Rocco e san Pietro, che hanno restituito reperti romani. La festa più sentita è per la Madonna delle Grazie a inizio luglio: secondo leggenda una cassa col simulacro della Madonna approdò sulla bella spiaggia di Cea e fu trasportata in paese. Sentiti anche i riti della Settimana Santa. Nelle celebrazioni le donne ilbonesi sfoggiano l’abito tradizionale.
Ilbono deriverebbe da silvone o sirbone (cinghiale), per l’abbondanza di esemplari nell’Antichità. Di certo il territorio conserva tracce umane fin dal Neolitico (fine IV millennio a.C.), come documentano domus de Janas ben conservate in varie località, tra cui Tèxere, dove sono stati ritrovati anche sette menhir, e soprattutto nel parco archeologico di Scerì, dove, oltre a due sepolture ipogeiche scavate in due massi (di tipo monocellulare), è custodito un complesso nuragico perfettamente integrato col contesto naturale e in posizione strategica. Su un torrione granitico sorge un nuraghe complesso in blocchi di granito, costituito da una torre principale di pianta circolare (alta quasi cinque metri) e un corpo aggiunto (lungo 48 metri e largo 36), più in basso un antemurale. Nella parte meno scoscesa si sviluppa un villaggio. Alcune capanne hanno restituito materiali che documentano Bronzo medio e recente, dal XV al XII sec. a.C. I resti nuragici sono ovunque nel territorio ilbonese, una delle aree ogliastrine a più alta densità: una decina sono monotorri con cortine e muraglie megalitiche. Più torri hanno i nuraghi Teddizzò e Mont’e Forru (con villaggio). Alcuni hanno vicino tombe di Giganti, due a Pèrda Carcina. Indizi di romanizzazione sono i resti di abitato, necropoli e strada in località Piranserì e un abitato ad Alinusolu. Sono stati ritrovati anche due diplomi militari: del 79-81 e del 127 d.C., rilasciati dagli imperatori Domiziano e Traiano.