È il centro principale della Barbagia settentrionale, che infatti un tempo era detta Barbagia di Bitti. L’allevamento ne ha fatto punto di riferimento nella produzione lattiero-casearia (in particolare di pecorino), una tradizione raccontata nel museo della Civiltà contadina e pastorale, allestito in una casa padronale nel centro del paese. Una sua sezione, il museo multimediale del canto a Tenore, è destinata all’arte del canto polifonico sardo che ha reso Bitti famoso nel mondo: è il luogo dove meglio è conservata una memoria atavica, la più viva testimonianza delle radici arcaiche della cultura sarda, tramandata da secoli da padre in figlio e legata alla poesia d’improvvisazione, che descrive momenti di vita agricola, pastorale e artigianale. L’importanza del canto è stata riconosciuta a livello internazionale con l’inserimento da parte dell’Unesco nel patrimonio intangibile dell'Umanità.
Il paese fa parte del club dei Borghi autentici d’Italia e si trova a oltre 500 metri d’altitudine in una valle circondata da rilievi. Ha origini lontane: è citato per la prima volta nel 1170 come Bitthe. Il primo nucleo risale a epoca romana, mentre il suo territorio fu abitato dalla preistoria. Il villaggio-santuario di Romanzesu ne è la massima testimonianza: dimensioni, complessità e originalità architettonica ne fanno un’inestimabile eredità della civiltà nuragica. Si distende per sette ettari su un altopiano dentro un bosco, a 13 chilometri dal centro abitato. Tutto in granito, comprende circa cento capanne, vari templi, di cui uno a pozzo, e un misterioso labirinto. Il nome deriva da un successivo insediamento romano (II-III secolo d.C.).
Le grandi e basse case in pietra di Bitti sono disposte ad anfiteatro e si intersecano in vicoli stretti. Popolato oggi da tremila abitanti, il borgo si è sviluppato intorno alla chiesa parrocchiale di san Giorgio martire. Gli edifici di culto sono infiniti, in paese e nelle campagne, molte intitolate alla Vergine Maria: da citare sono le chiese della Madonna dell’Annunziata, celebrata con una festa nella terza domenica di maggio, di Nostra Signora del Miracolo, festeggiata il 30 settembre, e del santissimo Salvatore, celebrato il 6 agosto. Da non perdere anche i Fuochi di sant’Antonio (16 gennaio) e la Settimana santa, in particolare il venerdì santo con s’Iscravamentu e la domenica di Pasqua con s’Incontru. Tra i monumenti del centro ti affascinerà la leggendaria fontana de su Cantaru.