È uno degli edifici di culto sardi più particolari, nonché probabilmente uno dei più antichi, e sorge su resti di strutture risalenti fino all’età nuragica. La chiesa di santa Sabina, a due chilometri dal borgo di Silanus, domina un pittoresco paesaggio campestre, accanto al nuraghe monotorre cui dà nome, e custodisce al suo interno testimonianze di frequentazione millenaria dell’area archeologica. L’origine del santuario è paleocristiana o bizantina, poi nell’XI secolo fu riedificato.

Di recente, durante i lavori per verificare le condizioni delle fondamenta, furono riportati alla luce conci di basalto provenienti dalla sommità della torre nuragica, usati per la pavimentazione. Più in profondità emersero tracce della muratura di capanne di un villaggio nuragico, oltre a numerosi reperti di epoca romana a testimonianza della continuità d’uso del complesso. Fu rinvenuto anche un frammento della stele centinata di una tomba di Giganti.