È una delle più piccole chiese romaniche della Sardegna, giace da nove secoli in aperta campagna, circondata da campi coltivati, uliveti e frutteti, a meno di un chilometro dall’abitato di Cargeghe. Il suo titolo è documentato dal 1125, tra le proprietà del monastero di san Salvatore di Camaldoli, alle dirette dipendenze della basilica della Santissima Trinità di Saccargia, ma a costruire la chiesa di Santa Maria di Contra furono con tutta probabilità maestranze attive nelle vicine curatorie di Ploaghe e del Goceano. Il materiale di costruzione è la pietra calcarea, lavorata in cantoni di media pezzatura dalla forma regolare.