Famoso per la produzione di sughero, che l’ha reso uno dei centri sardi più ricchi (e l’ha collocato dal 1979 tra i cento Comuni più industrializzati d’Italia), si adagia, a 500 metri d’altitudine, in una conca protetta da rilievi granitici e boscosi del massiccio del Limbara, nella Gallura più profonda. La prima notizia su Calangianus, identificato nell’Antichità con l’oppidum Calangiani nella strada tra Olbia e Tibula (odierna Castelsardo), risale al 1100. Il suo centro storico è articolato in strade lastricate di granito (altro tratto della sua prosperità), con case in pietra disposte attorno alla parrocchiale di Santa Giusta. Caratterizzata anch’essa da facciata in granito del XIV secolo, è stata arricchita nel XVI secolo da un dipinto raffigurante l’Assunzione e a inizio Novecento da affreschi e opere marmoree. Alla chiesa è legato il museo diocesano d’Arte sacra, spazio espositivo ricavato nell’oratorio di Nostra Signora del Rosario, adiacente alla parrocchiale: ammirerai una collezione di preziosi pezzi risalenti al XVI e XVIII secolo, specie oggetti liturgici.