Come avviene nel mondo anglosassone per la festa di Halloween, anche in Sardegna la tradizione locale vuole che in una notte d’autunno i bambini percorrano le vie del paese recitando formule dialettali in cambio di piccoli doni, solitamente frutta secca e castagne. Secondo la tradizione isolana, alla vigilia di Ognissanti si prepara una cena per le anime in viaggio a base di maccheroni freschi, vino e acqua, così da rifocillare i morti. In autunno è possibile vivere l’atmosfera e le emozioni di una delle notti più caratteristiche del folklore sardo, nota come is Animeddas o su Mortu Mortu. Una festa con radici antichissime che celebra il ricordo dei cari defunti.
La magia dei luoghi in cui si celebrano i riti è strettamente legata con la natura selvaggia e incontaminata che li circonda. Numerose domus de Janas (case delle Fate), costruzioni sepolcrali preistoriche scavate nella roccia e collegate tra loro come un villaggio dei morti, sono il simbolo di una cultura attiva e diffusa su tutto il territorio isolano a partire dal IV millennio a.C.
La Sardegna è una terra ricca di tradizioni e leggende di spiriti in equilibrio tra mondo terreno e celeste, piccole fate dalla voce incantatrice e di ammaliante bellezza che assumono connotazioni diverse a seconda dei luoghi dove vengono evocate. Fate benefiche o streghe capaci di malefici? Scopritelo dal vivo visitando la Sardegna durante la festa di Halloween.