La vocazione è chiara sin dall’etimologia del toponimo, riconducibile al sardo mandara e al latino mandra, ossia ‘recinto per bestiame’: da sempre Mandas è un importante centro agropastorale. Non a caso, la Trexenta, terra di confine fra Campidano e Barbagie, era indicata come ‘granaio di Roma’. Le ampie e fertili vallate di Mandas, irrigate da numerosi corsi d’acqua, si sono caratterizzate nei secoli per produzione di vino, olio e grano. Di conseguenza, alla vita agropastorale fanno capo anche tradizioni e abitudini, che rivivono oggi nel museo etnografico is Lollasa ‘e is Aiaiusu, ‘le stanze dei nonni’, un nome molto significativo. Sorge al centro del borgo, all’interno di una dimora padronale di fine Settecento e ‘riproduce’ gli ambienti delle case di tradizione contadina con arredi e oggetti delle varie attività quotidiane: stanza del telaio, stanza da letto, sa lolla (l’andito), cucina, sala delle attrezzature, magazzino del vino e stanza del forno.