Inerpicato a 500 metri d’altezza su un altopiano che alterna forme sinuose a pendii scoscesi e profondi dirupi, Villasalto è un centro di mille abitanti del Gerrei, che ha vissuto l’epopea mineraria grazie alla miniera di su Suergiu: nella sua fonderia si produceva il 90 per cento dell’antimonio di tutta Italia, usato per esigenze belliche. L’attività di estrazione e lavorazione durò un secolo (1880-1987) – anche nelle miniere minori di sa Lilla e Parredis - e crollò nel Dopoguerra. Oggi fabbricati ottocenteschi, borgo minerario e palazzina della direzione di inizio XX secolo, che ospita un museo archeologico-minerario, sono ‘pezzi’ pregiati del parco geominerario della Sardegna. La parte antica del paese, il cui nome deriva da saltus (campagna), si sviluppò intorno alla seicentesca parrocchiale di San Michele arcangelo (celebrato a fine settembre), che conserva tele e statue lignee seicentesche e un organo del XVIII secolo. La parte recente è sorta intorno al santuario di Santa Barbara, fondato dai monaci bizantini e rifatto a metà XIX secolo.