Una storia di pochi decenni a cavallo fra XIX e XX secolo, nata e finita insieme all’epopea mineraria. A Monte Narba c’era una città in miniatura, autosufficiente, con tutti i servizi: un piccolo ospedale, uno spaccio di generi alimentari, falegnameria e officina meccanica, rete telefonica ed energia elettrica - un lusso per l’epoca -. Al centro delle case degli operai dominava la scena Villa Madama, dimora della famiglia del direttore e sede degli uffici amministrativi. Accanto, quella che all’epoca era una la più ricca e produttiva miniera d’argento in Italia, fonte di lavoro per tutto il Sarrabus. Successivamente, in piena crisi estrattiva, il villaggio divenne azienda agricola, poi fu abbandonato. Oggi è un paesino fantasma a pochi chilometri da San Vito, un luogo per esploratori avvolto da silenzio e vegetazione, che pian piano si riprende i suoi spazi, un luogo nascosto tra le colline che sparisce lentamente sotto i detriti dei fasti di un tempo.