Nelle sue torri si scrutava l’orizzonte per avvistare i nemici, tra le sue mura si stringevano accordi, si siglavano trattati, si cercava disperatamente rifugio prima di lasciare l’Isola per sempre. Il castello di Montiferru, noto come Casteddu ezzu, custodisce tra le sue rovine antiche memorie dove la storia sfuma nella leggenda, dove intrighi politici, amori contrastati e tradimenti si sono susseguiti prima di essere abbandonato all’oblio, testimoniando simbolicamente la fine di un’età mitica della storia sarda.

La fortezza, issata su un colle basaltico del massiccio del Montiferru, a poco più di tre chilometri da Cuglieri, fu fatta costruire da Ittocorre, fratello del giudice Barisone II, per controllare meglio il confine meridionale del giudicato di Torres. Di certo esisteva già nel 1196, poiché è citato in un documento, mentre durante il XIII secolo divenne un possedimento dei giudici d’Arborea. Con la conquista aragonese perse il ruolo difensivo, divenendo parte del feudo di Cuglieri, che fu concesso nel XV secolo alla nobile famiglia spagnola dei Zatrillas.