Con quasi trentamila abitanti è l’ottava città più popolosa della Sardegna. Selargius fa parte dell’area metropolitana di Cagliari, praticamente unita al capoluogo. Forse di origine romana, nell’alto Medioevo era Kellarios, dal latino cellarium (deposito agricolo). Il lavoro nei campi, storica attività cittadina, rivive nei prodotti agroalimentari: vino, in particolare monica e nasco, pane e paste fatti in casa, mandorle a base dei dolci tipici (amaretti, gueffus, pistoccus), is pardulas e, famosissimi, i capperi di Selargius.
In epoca aragonese il centro fu un’enorme ‘trincea’ fortificata a difesa di Carali: un quadrato con lati di 200 metri, dove il fossato corrispondeva al letto di un torrente. Il centro storico ne conserva memoria, fatto di case campidanesi, costruite con ladiri, mattoni di terra cruda, e caratterizzate da ampi portali, cortili e loggiati coperti, is lollas. Le più belle e meglio conservate si trovano in via Roma, dove visiterai anche il seicentesco carcere dei marchesi di Quirra.
Gli edifici di culto più antichi sono la chiesetta di san Lussorio, gioiello di architettura romanica risalente al XIII secolo, lontana dal centro storico, al confine con Monserrato, e san Giuliano, risalente al XII secolo. Il santuario ha forme romaniche, in particolare la facciata preceduta da un portico e la navata centrale con copertura lignea, e un fascino particolare: si trova in un suggestivo angolo del centro che pare fermo nel tempo. Accanto alla spettacolare torre-ciminiera in mattoni rossi dell’ex distilleria di Si ‘e Boi, oggi parco culturale, s’innalza l’attuale parrocchiale della beata Vergine Assunta, risalente al XV secolo e rimaneggiata nel XVII. È caratterizzata da un prospetto neoclassico, un alto campanile e una grande cupola. Ospita varie opere d’arte, tra cui l’altare maggiore in marmi policromi. La santa patrona è festeggiata a Ferragosto, mentre san Lussorio è celebrato a fine agosto. Un’altra chiesa storica è intitolata a san Salvatore. Chiese e centro storico sono scenario, nella seconda domenica di settembre, dell’Antico Sposalizio selargino (sa coja antiga), l’evento più sentito e celebre. Un corteo nuziale di gruppi in abiti tradizionali di tutti i paesi isolani e suonatori di launeddas accompagnano gli sposi, legati da sa cadena, secondo un antico rito.
Nel territorio selargino anche natura e archeologia. Farai itinerari a piedi o in bici nel parco di Molentargius-Saline, uno delle oasi naturalistiche più belle dell’Isola, habitat dei fenicotteri rosa, e scoprirai le origini del centro nell’area di su Coddu, di Staineddu e nel colle di Cuccuru Matt’e Masonis, dove sono emersi reperti del Neolitico. Mentre all’epoca nuragica risale il pozzo sacro di santa Rosa.