Appena la incontrerai, immersa nel verde di un bosco di lecci, ti sembrerà veramente una casa popolata dalle fate. La domus de Janas di sa Lhopasa sorge a cinque chilometri dal centro abitato di Orgosolo, scavata in uno spuntone di roccia granitica e composta da due ambienti, l’anticella e la cella principale. Accederai alla tomba tramite un ingresso trapezoidale, che conduce a un vano quadrangolare. Nelle pareti laterali, sotto il soffitto, resistono tracce di pittura in ocra rossa. In quella di sinistra c’è anche un bassorilievo, forse pertinente a una lesena andata distrutta. Nel lato opposto all’ingresso si trova l’accesso alla camera principale, a pianta rettangolare, il cui sviluppo in altezza è maggiore rispetto alla profondità. Noterai che pareti e soffitto in alcuni tratti sembrano più rifiniti rispetto a parti in cui, invece, paiono appena sbozzati: forse la decorazione della domus non fu mai completata.
L’elemento più sorprendente della cella è il focolare di forma circolare al centro del pavimento. Presenta un listello con bordi arrotondati e vanta una particolarità: si fonde con una specie di piattaforma risparmiata sulla roccia, sulla quale sono state ricavate quattro coppelle del diametro di pochi centimetri. Nella parete di fondo, oltre a ulteriori tracce di pittura rossa, vedrai una nicchia rettangolare. Al suo interno compare un semipilastro betilico, realizzato a bassorilievo, molto probabilmente legato alla funzione sacra e cultuale del vano. Per alcuni rappresenterebbe un simbolo maschile legato a riproduzione e rinascita, in contrapposizione al carattere funebre del luogo.
Il percorso per giungere a sa Lhopasa coincide, per i primi tre chilometri e mezzo, con un tratto di strada divenuto nel tempo un cammino devozionale verso una sentita meta di pellegrinaggio. In località Ovadduthai si trova, infatti, il luogo del martirio della beata Antonia Mesina, che difese la propria castità fino alla morte, diventando anche un simbolo contro la malvagità e i soprusi. Un numero sempre maggiore di visitatori rende omaggio alla giovanissima martire, approfittandone per ammirare i celebri murales che impreziosiscono le vie del paese, per poi esplorare le bellezze naturalistiche e archeologiche del Supramonte orgolese. Suggestiva e non eccessivamente faticosa è la salita per il panoramico monte Novo San Giovanni, altrettanto affascinanti la dolina di su Suercone, il canyon di Gorropu, uno dei più profondi d’Europa, e la foresta di Montes, al cui interno si erge il ‘bianco’ nuraghe Mereu.